Amy Winehouse beveva troppo (poco).
A pochi giorni dalla scomparsa della famosa cantante si sprecano ovunque le tesi che riguardano il suo prematuro decesso. L’autopsia purtroppo non è stata in grado di rivelarne immediatamente le cause e gli esiti di tutti i prelievi saranno disponibili solo tra alcune settimane.
Nel frattempo mi è balzata agli occhi una notizia che comprende tra le cause del decesso il fatto che la Winehouse fosse da ben tre settimane astemia. Tale Julian Spinks, uno dei dottori che l’ha avuta in cura, ha infatti affermato che il fatto che si passi di botto da una quantità abnorme di alcol fino allo zero assoluto può provocare degli scompensi che conducono a uno stato di semi-incoscienza con conseguente soffocamento. Il consiglio dei medici, secondo indiscrezioni, è stato quello di smettere di bere gradualmente, ma lei, probabilmente dopo la fischiatissima tappa di Belgrado con conseguente annullamento del tour, avrebbe smesso di botto.
Non sono un dottore, però a me queste notizie sanno di tentativo di riabilitazione post-mortem, magari per fare da apripista all’ormai imminente uscita del suo terzo album.
Gigi
2 commenti:
Sì, sì... anche a me sa tanto di operazione di marketing.
Si però posso anche capire che si voglia riabilitare il più possibile la figura di un defunto. Lo facciamo un po' tutti anche nel nostro piccolo con i nostri parenti morti, è ovvio che il padre e la madre di sta disgraziata vogliano credere che la loro figlia sia morta "pulita". E' un tentativo di conforto anche questo. no?
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