Ci sono momenti in cui tutto va storto. A volte giorni, o peggio mesi. Sembra quasi che la vita si diverta con te, mettendoti di fronte ad avvenimenti che, a quest’età, dovrebbero essere incredibilmente distanti. Ti strattona, ti colpisce, ti ferisce, scalfisce quella corazza troppo fragile perché possa resistere. D’altronde a vent’anni, il dolore vero lo provano in pochi, per fortuna. E così ti ritrovi davanti un difficile percorso ad ostacoli, dove cadi, ti rialzi, cadi e poi cadi ancora, sperando che qualcuno ti tenda la mano e tu possa aggrapparti a lui per il resto della vita. Ma non svanisce mai quella strana sensazione di disagio, quell’aspettarsi che da un momento all’altro le cose precipitino di nuovo, quella convinzione che qualcuno, reale o astratto, ti abbia preso irrimediabilmente di mira.
Ti senti così e basta, trascinandoti dietro mille perché. E più cerchi di scappare, più cerchi di liberarti da queste costrizioni, più lotti per ritrovare la serenità perduta, più le cose vanno peggio. Ci sono momenti in cui non puoi fare niente. Devi solo aspettare che le cose migliorino, cercando di non abbassare mai la guardia e resistendo con tutta la forza che hai dentro a qualsiasi uragano ti si abbatta contro. Non sono permesse distrazioni, cedimenti, perché la paura è una gran bastarda. Aspetta solo il momento propizio per piazzarti un bello sgambetto, sempre e solo quando meno te lo aspetti.
Anche se la maggior parte delle volte non lasciano ferite fisiche, quei segni fanno altrettanto male. Continui a chiederti perché tu, cos’hai di sbagliato, perché tra sei miliardi di persone devi star male proprio tu. E sai che sono ragionamenti egoisti nel momento stesso in cui prendono forma nella tua mente, ma non puoi fare a meno di pensarci. Non puoi fare a meno di pensare che in giro per il pianeta ci sono milioni di stronzi che si meriterebbero di soffrire, ma stanno bene. E poi stai pure peggio, perché in qualche angolo della tua mente, vige il principio instillato dai tuoi quando eri ancora bambino, che il male non si augura a nessuno.
E come per una sorta di legge del taglione, più cerchi di scaricare il tuo dolore su altre persone, più ti senti sprofondare. Poi è un attimo, anche se provi ad opporre resistenza con tutta la forza che hai, ti ritrovi quasi a terra, dolorante.
Ma forse è proprio in questi momenti che tiriamo fuori il meglio di noi stessi. Forse è proprio quando siamo sotto pressione che riusciamo a trovare quella forza che mai avremmo pensato di avere. Forse è l’istinto di sopravvivenza, la voglia di stare bene, il desiderio di una vita serena che ci fornisce quell’impulso che ci fa compiere un poderoso balzo in avanti. Quello scatto che ti fa dire “cazzo, da oggi deve andare tutto bene, perché me lo merito”. E anche se magari le cose restano uguali a prima, ti senti un po’ meglio. Perché cambia la prospettiva. Ricominci a sperare.
Succede all’improvviso, quando meno te lo aspetti, magari mentre ti alzi dal letto e tiri un calcio alle coperte pensando di calciare via così anche i tuoi problemi.
E improvvisamente ti accorgi che ce la fai. Che giorno dopo giorno riesci a sorridere di nuovo. E magari loro, i problemi, sono lì, che ti guardano dal basso, ma tu finalmente hai imparato a sovrastarli. Hai imparato a tenerli a bada, hai capito che sono davvero poche le cose al mondo che non hanno una soluzione, per quanto possa risultare complicato trovarla. Cercano di raggiungerti con un ultimo colpo di coda ma tu sei diventato più forte di loro, perché finalmente hai ritrovato la speranza.
Non bisogna mai smettere di sperare. Anche se le cose vanno male, se ci si sente soli, se la vita ormai ha smesso di sorridere. Perché il futuro è una grande incognita che non possiamo risolvere ora, tramite una semplice equazione matematica. Il futuro non è già prestabilito. Il futuro dobbiamo costruircelo giorno dopo giorno, guardando indietro solo poche volte ed esclusivamente per ricordarci di non commettere mai più gli stessi errori. Il futuro è fatto di impegno, costanza, fiducia in se stessi e negli altri, ma anche di una bella dose di coincidenze e avvenimenti del tutto inaspettati. Io sono un inguaribile ottimista. Penso che la felicità sia un diritto di tutti e tutti prima o poi ne dovranno godere. A maggior ragione se purtroppo la vita è stata complicata, irta di ostacoli, difficile, se ci ha più tolto che dato. Perché arriverà il momento in cui riusciremo a godere della felicità che per troppo tempo ci è stata negata e, ai nostri detrattori, non resterà che guardarci da lontano, finalmente sereni.
Gigi