venerdì 30 marzo 2012

Aggiornamenti 2.0

Vendere Pc non mi è dispiaciuto affatto. Ci sono clienti gentili e grandi teste di cazzo. Io non sono mai stato per la filosofia “il cliente ha sempre ragione”, infatti, se mi stava sulle palle, gli vendevo il peggio del peggio. Tipo qualcosa che bisognava a tutti i costi buttar fuori perché altrimenti diventava troppo obsoleto.
Bisogna diventare amici dei vari commessi, instaurare una specie di rapporto che gli impedisca di mettertela nel culo. Perché alla fine, diciamolo, sono le vendite che contano. E anche metterla nel culo, nel mio caso.



Le mie categorie preferite sono da sempre state:


- i giovani ragazzi carini e gentili.


- le nonne che comprano i pc per i nipoti.


- chiunque chiedesse gentilmente una mano senza dare l’impressione che lo status di cliente prevedesse aiuto incondizionato.

Ho sempre odiato invece i possessori di partita IVA. Di solito uomini d’affari abituati ad avere una sguattera che li segue ovunque e alla quale possono dare ordini come manco Rocco ne “la massaia in calore”.
Uno s’è beccato un centrino della Apple quasi allo stesso prezzo di un i5.


Che poi in realtà ha fatto tutto da solo. “Ehi tu, voglio questo”. E gliel’ho dato, senza specificare che un metro più in là c’era un pc di requisiti superiori con appena 50 euro di differenza.


Ho sempre odiato inoltre i clienti che puzzano. Sia di fumo che quelli che probabilmente per lavarsi i denti utilizzano lo spazzolone del cesso. Li sbrigavo in tre secondi, prendendo la prima cosa utile in mano e lanciandogliela quasi addosso, rigorosamente in apnea. E qualsiasi cosa mi chiedessero la risposta era ovviamente sempre affermativa. (basta che te ne vai).


Ho perso il conto di tutti i ragazzi gay che sono passati in negozio. Quando non ero sicuro del loro orientamento andavo al pc e piazzavo “I Wanna Go” di Britney a tutto volume. Tempo dieci secondi e iniziavano a muovere la gamba, tentando con nonchalance di resistere al ritmo della vera regina del pop. Si anch’io. La mia playlist personale era una sorta di coming out che riecheggiava per tutto il punto vendita. Madonna, Britney, Katy Perry, Rihanna, Beyoncé, Lady Gaga. Mancavano solo degli schermi con i video delle loro canzoni, quattro bonazzi in mutande sui tavoli, un paio di slinguazzamenti qua e là e non avrebbe avuto nulla da invidiare al Muccassassina.



Ora sono specializzato nella vendita di stampanti. Ne faccio fuori una decina ogni tre giorni. Il brutto di questi lavori è il compenso, da sfigato secondo tale Stracquadanio, e la durata del contratto che non va oltre i 30 giorni/ due mesi. Di buono c’è che col tempo cerco sempre qualcosa che mi faccia guadagnare un pochino di più e che mi dia magari qualche certezza.
Purtroppo mi è stata vietata la prostituzione.

Non sono felice, lavorativamente parlando. Arrivare alla fine del mese è un’impresa, spesso devo chiedere una mano ad Andrea, ma purtroppo il mercato del lavoro oggi è questo. Tra l’altro avere una laurea come la mia è un fattore penalizzante. Certi lavori non fanno per te perché “troppo colto, sarebbe uno spreco” (testuali parole durante un colloquio di lavoro). In realtà con un titolo di studio costerei di più.



Il mese di Aprile ad esempio è una totale incognita. Non ho ancora ricevuto una conferma ufficiale sul fronte rinnovo.

E niente, chi vivrà vedrà…

Gigi

mercoledì 28 marzo 2012

Su al nord, aggiornamenti.

Prendete un nullafacente di 25 anni 26 anni che vive con i suoi genitori, con parecchio tempo libero da spendere su internet con la sua adsl da 10 mega e il suo fidato pc. Ora fatelo uscire di casa dalle 8 del mattino fino alle 20 di sera, ininterrottamente, per un totale di 12 ore al giorno, 8 delle quali passate a lavorare, sempre in piedi, con decine di persone che chiedono a rotazione le medesime cose (quando va bene) o che si inventano tecnologie non ancora esistenti immedesimandosi un po’ troppo nella filosofia del caro estinto Steve Jobs (quando va male). 

Ora potete capire perché sono, per l’ennesima volta, sparito nel nulla.



Ci eravamo lasciati tipo 4 mesi fa in un clima di disperazione generale perché non riuscivo a trovare una casa economicamente decente. Roba che non mi sarebbero bastati 5 attuali stipendi per vivere e pagare l’affitto. Con un ultimo colpo di coda sono riuscito ad aggiudicarmi un bilocale in centro, neanche tanto male se non fosse per il bagno che nel punto più basso arriva a malapena al metro e settanta, per le infiltrazioni d’acqua sul soffitto quando piove, per le finestre che sembrano spalancate anche quando sono chiuse e per i cento gradini senza ascensore che mi separano dal piano terra.

Ma ho imparato ad apprezzare anche tutte queste piccole cose. Per la prima volta in vita mia sono felice del mio metro e settanta scarso. sessantotto. Del mio metro e sessantacinque. Le macchie sul soffitto danno un tocco di colore, le finestre garantiscono un continuo ricambio d’aria e i gradini tonificano i miei muscoli. Tranne quando devo portare su la spesa, in quel caso tonificano una valanga di bestemmie. (Ma per fortuna ci pensa Andrea, che tanto i muscoli li ha).

Il primo giorno di lavoro non è stato male. Ci sono cose peggiori. Tipo un’epidemia di colera.
Alle 9.10 ho ricevuto il mio primo incarico. “Fai un giro tra le tv e cerca di capirci qualcosa”.  Io e le tv di ultima generazione abbiamo un feeling particolare. Un po’ come quello che intercorre tra lo zio più famoso d’Italia e la parola coerenza. Io il giro l’ho pure fatto e forte della divisa e del cartellino con su scritto il mio nome, ho risposto sprezzante alle domande dei poveri malcapitati che si sono fidati della mia maglietta colorata. Tanto che alle 10 avevo già venduto una tv da 700 euro senza sapere nemmeno come. Quando pensavo di essere diventato un venditore provetto mi hanno spostato al reparto informatica. 

Almeno non mi capita di vendere computer a casaccio, ecco… 

Gigi

sabato 24 marzo 2012

The New iPad

Quella passata è stata una settimana un po' strana per me che porta ancora i suoi strascichi: momenti di sconforto accompagnati da momenti di rabbia per non sapere come reagire. Meno male che ci ha pensato mamma Apple a risollevarmi un po' con l'iPad 3 ahahah ovviamente scherzo perchè quello che mi ha risollevato un po' il morale è stata invece una buona pizza con dei simpatici e speciali amici.

Ma veniamo a noi e all'uscita in Italia dell'iPad 3 o, come dice il sito della Apple, "the new iPad". Chi mi segue (chi non lo avesse fatto può recuperare leggendo questo post) sa che dall'iPad 1 non sono mai passato al 2 per i motivi che scrissi a suo tempo. Mi ricordo che quando comprai l'iPad 1 dissi a un amico che lo avrei cambiato solo se fosse uscito uno con il retina display, lui rispose che sarebbe costato un botto, ma dopo due anni i costi indubbiamente si sono abbassati ed eccomi qui con il nuovo acquisto.
Questo è stato il cartoncino che mi hanno dato appena arrivato all'Apple Store di Roma Est. Arrivato alle 07.45 dopo essermi fatto mezz'ora di treno da Roma Tiburtina a Lunghezza e altri 15 minuti per aspettare l'autobus da Lunghezza al centro commerciale. Appena entrato nel centro commerciale mi sono avviato verso l'Apple Store dove c'era già una discreta fila di giovani e meno giovani in attesa dell'apertura del negozio. I ragazzi in maglietta blu dell'Apple Store mi hanno subito dato il benvenuto offrendomi caffè, cornetto e una bottiglietta d'acqua.

Come potete vedere, la fila non era lunghissima. Le novità dell'iPad 3, a parte il display, non sono state così rivoluzionarie, probabilmente chi aveva già l'iPad 2 non è corso a comprare il nuovo modello. E' stata la prima volta che facevo la fila al Day One per un prodotto Apple. Devo dire, che a parte il momento commerciale dell'evento, è stata una bella esperienza, c'era un'atmosfera gioviale, di festa, con ragazzi, studenti, professionisti, uomini d'affari, nonni che fremevano per avere tra le mani questo nuovo oggetto frutto della tecnologia Apple. Peccato fossi da solo e non poter condividere questi bei momenti.

Dopo un'attesa di quasi un'ora entro finalmente nello store con tanto di ola da parte dei ragazzi dell'Apple Store:






Ed ecco qui la spesa:

 


 
iPad 3

Smart Cover
Pellicola salvaschermo
Back cover
Ed eccolo finalmente fuori dal suo scatolo

Prime impressioni: schermo fantastico. Chi non ha mai avuto un iPad ovviamente non capirà la differenza di qualità dei caratteri e delle immagini: superlativa. Rispetto al mio precedente iPad è molto più veloce nella navigazione web, e questo per me è un fatto importantissimo visto che lo uso quasi solo per navigare e leggere i quotidiani la mattina. Anche lo spessore è più sottile rispetto al modello del 2010. Bella e utile anche la smart cover che probabilmente cambierò con quella di colore grigio chiaro qualora decidessi di tenermi l'iPad bianco. In effetti la scelta del bianco è caduta sull'aspetto novità, non avevo mai avuto un prodotto Apple bianco e sul fatto che volevo cambiare provenendo da un iPad nero. Devo dire che, nonostante la bellezza e l'eleganza dell'iPad bianco, c'è e si nota l'effetto cornice, quel bordo bianco in effetti infastidisce per certi versi la lettura. Forse è un fatto di abitudine, ma io sto valutando seriamente l'idea di cambiarlo con il modello nero. Indubbiamente il bianco fa la sua sporca figura, ma all'atto pratico credo sia meglio il nero, sono molto combattuto al riguardo.

Beh che dirvi? nulla più. Il mio conto in banca piange, ma io me ne frego perchè per uno appassionato di elettronica come me queste cose ti tirano un po' su il morale e, seppure effimera, ti danno un po' di felicità. 

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domenica 4 marzo 2012

In ricordo di Lucio Dalla


Potevo rifiutare un favore a Dario? Direi proprio di no, quindi con questo video salutiamo per l'ultima volta Lucio nel giorno del suo funerale.

CIAO LUCIO!
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sabato 3 marzo 2012

Disperata ricerca di una casa

La ricerca di un buco in quel di Roma continua. Ovviamente il budget è quello che è, tra l'altro non posso puntare nemmeno troppo in alto perchè le banche non sganciano granchè: brave a prendere prestiti dalla BCE all'1% per poi acquistare BTP al 4,80% o concedere mutui, quando li concedono, a tassi astronomici. Nonostante questi ostacoli ho comunque deciso di continuare le ricerche per acquistare casa benchè molto demoralizzato. Gli annunci dicono e non dicono, mettono foto furvianti utilizzando grandangoli fotografici al punto che un buco assume le dimensioni dell'Arena di Verona. Fisso l'appuntamento, mi organizzo per l'incontro, metto da parte le altre cose che avrei potuto fare e vado a vedere questa casa... miracolo! dall'appartamento ristrutturato è sparita la cucina. In effetti  ristrutturato lo era peccato che fosse stato adibito come locale ufficio, quindi enorme stanza dove c'erano scrivania e scaffalature, ingresso e bagno. La proprietaria tiene a precisare che ci sono tutti gli attacchi per ripristinare la cucina perchè in passato l'aveva pure affittata a una ragazza madre. Si era dimenticata di dire che, per poter riportare i tubi coperti dalle piastrelle, avrei dovuto ri-ristrutturare anche perchè l'enorme stanza uso studio sarebbe dovuta diventare camera da letto e piccolo soggiorno con tanto di abbattimento di tramezzi etc. etc.. Avessero inserito questa caratteristica nell'annuncio non sarei andato a vederlo facendo risparmiare tempo a me e a quelli dell'agenzia.

Continuando con le mie ricerche ho trovato un monolocale zona Furio Camillo, chi è di Roma sa' che è una zona abbastanza centrale, vicino alla Metro A e frequentata da tanti studenti universitari quindi un acquisto che potrebbe servire pure in futuro in caso uno volesse affittare per prendere un'altra casa.

"Piano terra di 43 mq calpestabili totalmente ristrutturato e rifinito e composto da ampio ingresso con ripostiglio profondo, camera matrimoniale di 16 mq ,cucina semi abitabile fatta totalmente su misura,doppi servizi. Prezzo 195.000 €"

Questo l'annuncio. Cosa ve ne sembra? Dovrebbe essere una bomboniera, giusto un monolocale per un single che vuole sistemarsi in attesa di comprare un appartamento più grande in futuro. Ma sotto c'è il trucco.

Quell'ampio ingresso e profondo ripostiglio si riducono a pochissimi metri quadri

 
Fate bene attenzione alle frecce: quella bianca indica che il soffitto finisce lì all'altezza porta di circa 2mt per poi aumentare nelle altre stanze, assicurato effetto claustrofobico appena si entra. La freccia rossa indica il PROFONDO ripostiglio

che altro non è che un recupero di un sottoscala, dove a malapena ci vanno il tavolo pieghevole della cucina e qualche attrezzo per le pulizie. Profondo lo è, magari per i nani di Biancaneve che hanno la possibilità di infilarsi fino in fondo.

Ma il tavolo pieghevole a cosa serve? Per caso per gli ospiti che vi fanno un'improvvisata e vi vengono a trovare la domenica mattina? Ovviamente no. Vi ricordate? Nell'annuncio c'era scritto "cucina semiabitale"

Dalla foto, il corridoio sembra una pista di atletica, invece sarà stato lungo poco più di due metri e la larghezza molto più stretta di quanto possa sembrare. In pratica quel tavolino pieghevole, di cui sopra, bisogna posizionarlo in questa specie di corridoio/cucina, apparecchiarlo e poi fare a turno per passare da una parte all'altra del corridoio. Fighissima questa cucina semi-abitabile.

Ma la chicca più bella è il "doppio servizi" che si traduce in pratica in una doccia sul balcone, sì avete capito bene, per farmi la doccia devo aprire le tapparelle e la porta della camera da letto, uscire sul balcone e farmi la doccia

con tanto di affaccio sulla strada pubblica. Non dimenticatevi che è un piano terra. Dunque, stavamo dicendo che appena finito di fare la doccia, per potervi sbarbare, asciugare i capelli, radere le aiuole dovete passare tramite la camera da letto



attraversare il corridoio/cucina semi-abitabile


per arrivare finalmente nel "secondo" servizio ovvero la tazza del cesso con annesso lavandino


che ovviamente è un buco: un bagno cieco senza finestre e luce se non quella artificiale. Altro pomeriggio perso.

La ricerca continua...

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