Aggiornamenti 2.0
Vendere Pc non mi è dispiaciuto affatto. Ci sono clienti gentili e grandi teste di cazzo. Io non sono mai stato per la filosofia “il cliente ha sempre ragione”, infatti, se mi stava sulle palle, gli vendevo il peggio del peggio. Tipo qualcosa che bisognava a tutti i costi buttar fuori perché altrimenti diventava troppo obsoleto.
Bisogna diventare amici dei vari commessi, instaurare una specie di rapporto che gli impedisca di mettertela nel culo. Perché alla fine, diciamolo, sono le vendite che contano. E anche metterla nel culo, nel mio caso.
Le mie categorie preferite sono da sempre state:
- i giovani ragazzi carini e gentili.
- le nonne che comprano i pc per i nipoti.
- chiunque chiedesse gentilmente una mano senza dare l’impressione che lo status di cliente prevedesse aiuto incondizionato.
Ho sempre odiato invece i possessori di partita IVA. Di solito uomini d’affari abituati ad avere una sguattera che li segue ovunque e alla quale possono dare ordini come manco Rocco ne “la massaia in calore”.
Uno s’è beccato un centrino della Apple quasi allo stesso prezzo di un i5.
Che poi in realtà ha fatto tutto da solo. “Ehi tu, voglio questo”. E gliel’ho dato, senza specificare che un metro più in là c’era un pc di requisiti superiori con appena 50 euro di differenza.
Ho sempre odiato inoltre i clienti che puzzano. Sia di fumo che quelli che probabilmente per lavarsi i denti utilizzano lo spazzolone del cesso. Li sbrigavo in tre secondi, prendendo la prima cosa utile in mano e lanciandogliela quasi addosso, rigorosamente in apnea. E qualsiasi cosa mi chiedessero la risposta era ovviamente sempre affermativa. (basta che te ne vai).
Ho perso il conto di tutti i ragazzi gay che sono passati in negozio. Quando non ero sicuro del loro orientamento andavo al pc e piazzavo “I Wanna Go” di Britney a tutto volume. Tempo dieci secondi e iniziavano a muovere la gamba, tentando con nonchalance di resistere al ritmo della vera regina del pop. Si anch’io. La mia playlist personale era una sorta di coming out che riecheggiava per tutto il punto vendita. Madonna, Britney, Katy Perry, Rihanna, Beyoncé, Lady Gaga. Mancavano solo degli schermi con i video delle loro canzoni, quattro bonazzi in mutande sui tavoli, un paio di slinguazzamenti qua e là e non avrebbe avuto nulla da invidiare al Muccassassina.
Ora sono specializzato nella vendita di stampanti. Ne faccio fuori una decina ogni tre giorni. Il brutto di questi lavori è il compenso, da sfigato secondo tale Stracquadanio, e la durata del contratto che non va oltre i 30 giorni/ due mesi. Di buono c’è che col tempo cerco sempre qualcosa che mi faccia guadagnare un pochino di più e che mi dia magari qualche certezza.
Purtroppo mi è stata vietata la prostituzione.
Non sono felice, lavorativamente parlando. Arrivare alla fine del mese è un’impresa, spesso devo chiedere una mano ad Andrea, ma purtroppo il mercato del lavoro oggi è questo. Tra l’altro avere una laurea come la mia è un fattore penalizzante. Certi lavori non fanno per te perché “troppo colto, sarebbe uno spreco” (testuali parole durante un colloquio di lavoro). In realtà con un titolo di studio costerei di più.
Il mese di Aprile ad esempio è una totale incognita. Non ho ancora ricevuto una conferma ufficiale sul fronte rinnovo.
E niente, chi vivrà vedrà…
Gigi