mercoledì 21 aprile 2010

Il viaggio della speranza

La situazione di disagio causata dalla nube vulcanica proveniente dall’Islanda si va piano piano affievolendo. Vuoi perché pare che il vulcano abbia smesso di eruttare con insistenza, vuoi perché la maggior parte delle persone ha finalmente fatto rientro a casa.


Come già accennato nel post precedente mi ci sono volute 31 ore per arrivare finalmente a Cagliari e il guaio è che come me c’era un treno strapieno di persone che ha avuto lo stesso problema. Molte erano le famiglie con bambini, molte erano anche le persone anziane. Non è stato per nulla piacevole e facile per me, immagino per loro.

Dunque in sintesi, spiego velocemente l’iter rocambolesco che mi ha riportato finalmente qui.
E’ il 18 Aprile quando controllando il sito della Ryanair scopriamo che il mio volo per il giorno successivo viene cancellato. Corriamo a Orio al Serio dove mi sostituiscono il biglietto con uno datato 20 Aprile. Torniamo in ostello e scopriamo che per il 19 al contrario della Ryanair, l’Alitalia viaggia. Prenotiamo per Cagliari il volo delle 13.20, non prima di aver chiamato il Call-center della compagnia di bandiera e aver ricevuto tutte le rassicurazioni del caso.
Sono le 7.30 del 19 mattina, ci mettiamo in marcia verso Linate e a causa di code abbastanza lunghe in Autostrada, arriviamo alle 9.00 in aeroporto. Trasformo la prenotazione on-line in un biglietto vero e proprio e aspetto. Tempo una mezz’ora e tutti i voli vengono cancellati. Si creano file assurde agli sportelli Alitalia per il cambio biglietti. Io fermo un’hostess che mi dice che lì non sono autorizzati a rimborsarmi ma solo a cambiarmi il volo e sinceramente non ho voglia di stare un altro giorno lì al nord sperando che l’indomani gli aerei partano. Si decide di tornare in nave.
Prendo il bus per la stazione centrale. Vi ho già detto del casino disumano che c’era, delle code che duravano ore, delle biglietterie automatiche prese d’assalto. Alle 13.10 ho il biglietto dell’Eurocity per Genova. Parto, incontro subito una coppia di Sardi che deve scendere a Livorno, loro preferiscono la tratta Livorno – Olbia. Gli altri vanno quasi tutti a Roma Termini. Una signora si fermerà un giorno lì a Roma da un’amica per poi ripartire il giorno dopo e tornare in Sicilia.
Alle 14.40 sono a Genova, mi reco al porto e trasformo la prenotazione on-line fatta da Andrea nel biglietto vero e proprio per la nave. Posso effettuare l’imbarco dalle 18.00 in poi.
Salgo finalmente sulla nave, all’ufficio informazioni c’è già la coda per ritirare il numero delle poltroncine per dormire. Altro giro, altra fila. Valigia al seguito mi reco verso il bar, è chiuso, le sedie sono abbastanza comode. resto lì per tutta la sera a guardare la tv. A mezzanotte provo a dormire, devastato dalla tosse e dal raffreddore.
Alle 6.30 della mattina una gentile voce ci avvisa che stiamo per arrivare in porto. Spero di poter prendere il treno delle 7.51.
Alle 7.30 capisco che non farò in tempo, siamo ancora sulla nave che attraccherà solo alle 7.45. Inutile dire quanto fosse carica di persone.
Alle 8.15 la navetta che ci ha portati in stazione dove ben presto si è creato il caos più totale. Causa frana sui binari la linea risulta interrotta, motivo per il quale il servizio verrà effettuato con alcuni autobus. Ovviamente non ci saremmo mai stati tutti, così con comunicazioni a singhiozzo ci avvisano che il pullman sarà valido solo per coloro che scenderanno a Sassari, per tutti gli altri verrà messo a disposizione un treno. Alle 9.30 ci accalchiamo davanti alle porte del treno e fortunatamente riesco a trovare un posto, gli altri stanno o in piedi o stravaccati per terra lungo i corridoi. Dopo CINQUE METRI il treno subisce un guasto (la porta di ingresso non si chiude pare) motivo per il quale perdiamo altri venti minuti. A Ozieri c’è un cambio, scendiamo dal treno e vediamo sul piazzale della stazione altre decine di persone che aspettano. Alle 10.50 con un pò di ritardo arriva il treno che ci porterà a Cagliari, delle stesse dimensioni del precedente, motivo per il quale assicurarsi un posto diventa vitale. Per fortuna riesco anche stavolta, nei corridoi del treno c’è il caos totale, la gente si siede dove può. Durante il viaggio accumuliamo un’ora di ritardo, arrivo distrutto a Cagliari alle 14.10. Aspetto l’autobus che mi porta a casa, alle 14.40, dopo ben 31 ore e 10 minuti posso finalmente girare la chiave nella toppa e fiondarmi in doccia…

L’unico lato positivo di queste situazioni è la complicità che si crea con le altre persone. E’ un venirsi incontro reciproco, passare il tempo a fare due chiacchiere, chiedere cortesemente di dare uno sguardo alle valigie quando ci si alza per andare in bagno, raccontarsi le proprie esperienze, ridere della situazione per cercare di renderla meno amara. Una ragazza gentilissima e previdente aveva dei panini che non ha esitato a distribuire a quelli che le erano seduti accanto e che avevano una fame bestia. Era di Torino, aveva affrontato tutto il viaggio per poter vedere il suo ragazzo di Cagliari. Mi si è stretto il cuore, era una situazione inversa alla mia, la capivo benissimo. Ma ce ne sono tante altre. L’odontoiatra che si sposta per questioni lavorative, le coppie che hanno fatto un semplice weekend romantico, la studentessa che rientra da un corso di formazione a Pavia, il gruppo di estetiste e parrucchiere che si sposta in massa per una fiera di prodotti appartenenti loro ambito lavorativo, il vecchietto in visita al figlio su a Milano…

Ora restano da risolvere le questioni prettamente economiche, come il rimborso di entrambi i voli, Ryanair e Alitalia e il tentativo di farmi rimborsare il biglietto della nave e del treno.

Vi farò sapere come andrà.

Gigi

3 commenti:

Gianpaolo 21 aprile 2010 alle ore 20:45  

'mazza Gigi! un resoconto che farebbe passare la voglia di viaggiare pure alla buonanima di Marco Polo :D
In compenso mi sa che ti sei guadagnato una razione extra di coccole (chiamiamole così) da parte di Andrea per la prossima occasione ;)
Ps. Non sarà stato questo il vero scopo di questo post???? :P

Gigi 22 aprile 2010 alle ore 01:16  

Ahahahah azz oh Gianpy, ma mi leggi nel pensiero? :)

Anonimo 22 aprile 2010 alle ore 22:20  

ahhahhhhh Gigè, ma tieni an'agendina che ti ricordi così minuziosamente ogni particolare??
Da questa cronistoria traggo una conclusione : l'amore richiede sacrifici ma penso che ne sia valsa la pena..... Chissà come sono pronunciate le borse degli occhi:p:p

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