Adoro la diversità di vedute che c’è tra un maschio medio, italiano, giovane, meglio se studente e una casalinga di mezza età. C’è qualcosa di affascinante nel nudo contrasto tra due stili di vita così tanto differenti. Si lo so, la scoperta dell’acqua calda. Che poi ci sono un’infinità di eccezioni, com’è giusto che sia, ma diciamolo, per un uomo, vivere in un porcile, spesso è motivo di vanto. Roba grossa, per la quale mia madre finirebbe internata con un esaurimento nervoso multiplo.
Ricordo ancora quando con i miei coinquilini facevamo a gara per chi raccattava più gomitoli di polvere sotto il letto. Una volta raccolsi una palettata intera. Fui venerato come una divinità, leader della settimana e immune da qualsiasi nomination. E poi sono del parere che gli anticorpi bisogna coltivarli da giovani. Conoscere il nemico prima di affrontarlo non può essere che un grande vantaggio. Per questo ho detto si all’ebola sotto il letto, alla tbc e alla peste bubbonica.
Mia madre, se potesse, si farebbe impiantare un braccio aspiratutto, in modo da poter aspirare qualsiasi cosa in tempo reale, dotato di sbuffo di vapore igienizzante a 200°, roba da sciogliere anche i mobili. A volte non abbiamo nemmeno finito di mangiare che lei è già lì, con la scopa che picchietta le nostre gambe intimandoci di levare le tende che lei deve pulire. Come un piccione che ha come unico pensiero quello di far sparire qualsiasi tipo di residuo commestibile dal pavimento.
Quando abitavo con i miei coinquilini non c’era motivo di usare la scopa in cucina. Le formiche ci dimezzavano il lavoro portandosi via le briciole. C’era una specie di tacito accordo, se loro non avessero superato un certo numero, noi le avremmo lasciate campare. Sono pur sempre creature di Dio.
La mia scrivania, inoltre, era perennemente invasa da contenitori di yogurt, fazzoletti, cartacce, merendine, per non parlare delle bottiglie. Mi accorgevo che forse stavo esagerando quando alle due di notte, al buio, durante il tragitto per andare in bagno ne calciavo per sbaglio una creando l’effetto domino che poi portava tutti a maledirmi. Credo d’essere arrivato a qualcosa come dieci bottiglie vuote ai piedi della scrivania, nella vana speranza che il camion della differenziata sfondasse la parete e le prelevasse direttamente da lì.
Tutte piccole abitudini che nel corso del tempo si devono perdere, secondo mia madre. Perché se viene gente e vede la casa incasinata è una vergogna. E’ da quando sono piccolo che mamma aspetta gente. Un periodo mi era venuta pure l’ansia a furia di aspettare. Perché poi non veniva mai un cazzo di nessuno e soprattutto non vedevo la necessità di spingerlo fino alla mia camera da letto. A meno che non fosse figo.
Ricordo la muffa sulle pareti del bagno, che in inverno diventavano verdi, ed era carino l’ambiente, davano un tocco di colore. A lungo andare il bianco stanca. Ovviamente i muri qui sono perfetti. Non una macchia, niente di niente. E se per caso sbadatamente si dovessero sporcare, c’è sempre lei, con lo straccio e la candeggina che fa risplendere perfino quelli.
Certo, ora che son cresciuto (un pochino) non so se riuscirei ancora a vivere in una discarica, però Dio, fa che possa trovare un compromesso con mamma, prima che mi vaporizzi la faccia, mi stiri le braccia e mi candeggi i peli del culo.
Gigi