martedì 26 luglio 2011

La prima volta in webcam (Epilogo)


“Sono stanco di dire bugie ai miei genitori, non posso prendere il treno quando voglio senza dire loro dove vado”. Fu la sua risposta.

"Che ti frega, bugia in più bugia in meno”. Tentai di replicare nell’estremo tentativo di non venire scaricato per la seconda volta.

"No basta, mi dispiace, non me la sento”. Troncò di botto il discorso.

Liquidato in due messaggi. Gli scrissi se potevamo comunque continuare a sentirci, convinto del fatto che prima o poi sarei riuscito a portarmelo a letto. Quello strano rapporto unidirezionale mi aveva completamente fatto uscire di testa.
Ma la vita, purtroppo o per fortuna, non è un film Bel Ami. Non bastano due sguardi complici e quattro battute erotiche prima che un pisello ti venga sbattuto in faccia, nella migliore delle ipotesi. Qualcosa in quell’idillio che mi era parso di vivere fino a quel momento si era rotto per sempre. Gli scrissi altre due volte nei giorni seguenti, per puro masochismo. Al primo messaggio non ricevetti risposta, al secondo si, fu una replica agli insulti che gli mandai. Insulti pesanti, perché c’ero rimasto davvero male. Insulti che non so se meritava, alla fine a parte i brucianti strascichi, mi ero divertito anche io. Insulti che comunque in quel momento secondo me ci stavano bene. Come un bicchiere d’acqua dopo un gelato o la coca cola al Mc Donald’s.

Col senno di poi, tuttavia, penso che una bella batosta era quello che ci voleva. Perché fino a quel momento ero convinto di esserne immune. Immune dalle pene d’amore. Fino a poco tempo prima ero io che acchiappavo dei poveretti, facevo perdere loro del tempo e quando mi stancavo e le cose iniziavano a diventare troppo serie inventavo scuse su scuse per chiudere tutto. Non lo facevo con cattiveria. Mi sentivo solo. Ero strapieno di amici ma nessuno sapeva di me. Cercavo di dominare l’ansia che mi provocava quella situazione condividendone alcuni aspetti con persone che ogni tanto acchiappavo in chat e che sentivo per mesi. Quando mi chiedevano di vederci glissavo o sparivo. Insomma, un po’ quello che aveva fatto lui con me. Magari aveva solo paura, magari non accettava ancora alcuni aspetti di sé.
Finalmente avevo espiato parte dei miei peccati. Avevo abbandonato per una volta il ruolo di castigatore. L’inculata, in quel caso purtroppo solo metaforica, l’avevo presa io. Un’inculata rude, dolorosa, di quelle piazzate a tradimento senza lubrificante.

Da lì in avanti andai con i piedi di piombo e smisi di fare lo stronzo. Portavo avanti solo le conoscenze che mi stimolavano e dalle quali avrei voluto nascesse qualcosa di più di un semplice scambio epistolare o combattimento di cazzi in webcam.
Tuttavia, non pago della pessima esperienza con i ragazzi più giovani, di lì a poco persi altro tempo con un ragazzetto tre anni più piccolo di me. Sveglio, carino, abbastanza divertente e tremendamente dolce. Studiava Economia Politica, al primo anno, cercava uno che tra le altre cose gli facesse da Cicerone. Io, al massimo, avrei potuto fargli da Cicciolina. Almeno lì arrivai al secondo appuntamento, ma era evidente che le cose non potevano funzionare. Lo incontrai la prima volta sotto un lampione nel centro di Cagliari. Dal vivo era anche meglio, ma non scattò, per entrambi la fantomatica scintilla. E le sue mutande antistupro a cuoricini non aiutavano di certo. Di quell’esperienza mi rimase la conoscenza del sito Spetteguless.it, al quale mi indirizzò lui, citando un fantastico post sull’omosessualità di alcuni ragazzi di Amici di Maria De Filippi. Grazie a quel post e a tanti altri dei quali spizzavo le foto profilo dei commentatori, conobbi Blog al 2^, di Ale e Lolò, che portò alla mia prima volta in quel di Roma con la conoscenza di splendide persone e in seguito alla collaborazione con Mirketto e alla nascita di Bloginpillole. Per vie traverse, con una serie di coincidenze paurose, quello stesso appuntamento mi portò in poco più di un anno alla conoscenza di Andrea. Insomma, senza saperlo quel piccoletto dell’88 mi cambiò la vita. Ironia della sorte, anche lui si chiamava Andrea.


Ma tra un Andrea è l’altro intercorse un altro ragazzo, due anni più grande di me. Avevo deciso di dire “altolà ai minorenni”, (si a Valsoia) visto che portavano solo beghe. Citofonare Ruby Rubacuori. Fu durante uno dei nostri primi appuntamenti al porto, sotto una fantastica luna, in una freddissima notte di dicembre inoltrato che, abbracciati all’interno della sua macchina, cominciammo a parlare delle nostre esperienze precedenti. Raccontai proprio tutto, di getto, e solo alla fine, sorridendo mi disse:

"Aveva un pupazzo rosa/bianco come immagine del profilo?”

""S-si” - Risposi balbettando.

""il suo indirizzo MSN era…”. Non c’erano dubbi, era incredibilmente esatto. Lo ricordavo ancora a memoria. Sorridevo, a quel punto ero felice, stavo uscendo con un ragazzo che mi piaceva e Gigi era diventato solo esperienza formativa. Un credito extra.

"L’ho sentito fino a una settimana prima di conoscere te, ci sentivamo spesso, anche perché non ha molto da fare durante il giorno”.

”In che senso?” Chiesi piuttosto incuriosito.

"Ah ma quindi l’ultima volta che l’hai sentito tu….”

Su quelle ultime parole mi si gelò il sangue. Furono un cazzotto nello stomaco, di quelli che ti lasciano quei dieci secondi senza respiro. Non chiesi nulla, né come stava né come successe tutto, fu lui a continuare. Quel momento lo ricordo ancora oggi. Ricordo un brivido violento lungo la schiena, un misto di incredulità e dolore. La voglia, nonostante i mesi di sofferenza che mi aveva lasciato in eredità, di prendere il telefono e chiamarlo per sapere come stava, se soffriva.

Domande banali insomma.

Era ovvio che soffrisse.

Un brutto incidente in macchina di ritorno da una discoteca, aveva interrotto, probabilmente per sempre, a 17 anni, il suo sogno di poter diventare un giorno schiacciatore della nazionale italiana di pallavolo.

Gigi

7 commenti:

Bert 26 luglio 2011 alle ore 18:53  

tosto come epilogo... ma poi l'hai chiamato?

Gigi 26 luglio 2011 alle ore 19:37  

Al di là della banalità del discorso che avrei potuto fare, ci ho pensato bene e ho deciso di non chiamarlo. Onde evitare soprattutto che non rispondesse e che interpretasse la telefonata come un rinnovato interesse nei suoi confronti. L'orgoglio....almeno in un'occasione...

Vince Symo 26 luglio 2011 alle ore 19:46  

Caspita, epilogo tristino!
Certo che la vita a volte ci riserva una serie di intrecci incredibili...
Credo che tu abbia fatto bene a non chiamarlo, poi.

Un abbraccio. ;)

Anò 26 luglio 2011 alle ore 22:58  

La fine mi ha fatto piangere.. :'( Chissà che fine avrà fatto lui..

Gigi 27 luglio 2011 alle ore 00:25  

Ho provato a cercarlo Anò, ma non al cell, cioè ormai dovesse rispondere mi direbbe "chi cazzo sei!"

Anonimo 27 luglio 2011 alle ore 01:21  

e....grazie a quel piccoletto dell'88 io ho conosciuto GIGI.......
Ti ricordi la prima chattata sul blog di Ale & Lolò con Lorenzo il marchigiano???
Oddio eravamo tutti più bravi :D:D:D
No no io lo sono ancora ;P
Cmq Gigi grazie di averci fatti partecipi dei tuoi primi momenti erotici in cam!!!!

Andy Djerrah 23 agosto 2011 alle ore 16:35  

Oh My God....solo questo posso dire! =)

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