lunedì 18 maggio 2009

Questione di credibilità

Siamo nel 1997, la sinistra al potere con il Governo Prodi ha appena respinto degli immigrati mentre Berlusconi in lacrime rivendica il proprio disappunto.


Anno 2009, a parti rovesciate il Governo Berlusconi vota un pacchetto sicurezza a favore del respingimento dei clandestini mentre la sinistra si indigna.

Non voglio discutere se sia corretto o meno respingere i clandestini, quello che invece voglio fare in questo post è criticare a gran voce la credibilità di questo sistema politico italiano. Oggi si dice una cosa, domani se ne dirà un'altra. Se si è al governo ci si comporta in un modo, se invece si va all'opposizione ci si comporta in un altro. Ma le idee politiche, gli obiettivi da raggiungere di una parte politica non dovrebbero essere sempre gli stessi siano essi al governo o all'opposizione?

Ciò che sta succedendo in Italia è ridico, assurdo....incomprensibile. Il neurofisiologo Mauro Mancia definiva Berlusconi un caso clinico:


ma non saranno più deviati gli italiani ad eleggere continuamente questa macchietta di uomo? O forse lo votano perché molto simile all'uomo medio: bugiardo, malvestito, lampadato, ladro, puttaniere? Ma poi subito dopo mi domando: ma che alternativa abbiamo a lui? Dall'altra parte c'è il vuoto, c'è il nulla più assoluto, un'opposizione che stenta a prendere posizioni comuni. Dell'altro giorno è la notizia dell'aggressione dei rappresentanti FIOM da parte dei Cobas, i rappresentanti dei lavoratori che litigano tra di loro, la sinistra che litiga tra di loro, i diritti delle minoranze che vanno a puttane, leggi razziali, ronde per le strade quando invece abbiamo carabinieri e poliziotti, leggi fasciste che impediscono manifestazioni in prossimità di luoghi di culto, Berlusconi che accresce il suo potere e in tutto questo l'italiano medio cosa fa? Continua a sognare ad occhi aperti di diventare un giorno come Berlusconi: ricco, potente e pieno di donne!

MirkoS

7 commenti:

Davide 18 maggio 2009 alle ore 11:12  

Purtroppo si, la situazione è ben triste. Io pure non vedo proprio alternative e davvero non so cosa cacchio votare a giugno. Vorrei non votare ma non votare non mi piace proprio. Mi da fastidio rinunciare così ad un mio diritto.
Comunque Mirko's credo che molto faccia la situazone attuale degli italiani. In un momento in cui si sente davvero la recessione e l'impovirimento, davanti ad un Franceschini che non tira fuori una, e dico UNA, soluzione concreta, allora si scegli chi una soluzione almeno la suggerisce. Sbagliata, incoerente forse, però concreta. E non vedo per nulla bello l'orizzonte futuro.

Davide 18 maggio 2009 alle ore 11:13  

A volte mi spiego proprio male, e lo spazio dei commenti è breve :D Se non capite qualcosa chiedetmi ok??? Vi darò tutte le spiegazioni :D

ALESSIO 18 maggio 2009 alle ore 14:00  

Mirketto, famo un listone e presentiamoci alle elezioni :)

Gios 18 maggio 2009 alle ore 17:29  

Purtroppo, pur triste, la tua e' una lucidissima analisi della realta' dell'italiano medio... che, aggiungerei, ha poca voglia di pagare le tasse, e vota il signor B. perche' sa che con lui e' molto piu' facile evadere... come se lo Stato non avesse bisogno dei proventi delle tasse per potersi mantenere...

Alessandro! 18 maggio 2009 alle ore 18:07  

Mirkos il nostro pensiero politico è decisamente lo stesso. Sottoscrivo ogni cosa che dici. Organizziamo una rivolta sotto il parlamento e spazziamo via questa mondezza.

abelson 18 maggio 2009 alle ore 18:25  

gli italiani non si sveglieranno nemmeno quando avremo MENOMALE CHE SILVIO C'E' come inno nazionale.

MirkoS 18 maggio 2009 alle ore 20:30  

@Davide ti sei spiegato perfettamente, però non bisogna dare dargli la soddisfazione di non andare a votare. Alla fine un partito a cui votare lo troveremo.

@Alessio & Ale qualche volta ho pensato di partecipare attivamente iscrivendomi a un partito politico: ma a quale? Non ce n'è uno che rispecchi il mio pensiero.

@Gios esatto, l'italiano che spera nel condono, nell'indulto...

@abelson io spero che gli italiani si sveglino prima che sia troppo tardi

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