giovedì 16 luglio 2009

Ricordi…

Ormai sto blog sta diventando un santuario dei bei tempi andati. Manco avessimo tagliato il traguardo della veneranda età di 88 anni, come mio nonno l’altro giorno, e avessimo chissà che poi da ricordare. In effetti cosa racconterò ai miei nipotini quando sarò vecchio? Che ho visto la prima edizione del Grande Fratello? Che l’undici Settembre 2001 stavo dal dentista? Che il primo giorno in cui Internet è entrato a casa mia, mio padre mi ha beccato su un sito porno? Tutti ottimi aneddoti, o forse no, ma non è di questo che volevo parlare…



L’altra sera, mentre a stento tentavo di riprendermi dall’influenza, mi sono fiondato in mansarda e ho aperto il cassetto dei ricordi. Un cassetto materiale nel quale sono finiti tutti i disegni, gli scritti, le poesie, i temi, gli oggetti appartenuti a me e mia sorella dal primo anno di scuola materna in poi. Mi capita spesso di sbirciare dentro quelle cartelle che raccolgono le immagini della mia infanzia, mi chiedo quali fossero i miei pensieri principali, cerco di capire perché disegnavo determinate cose, mi stupisco dell’innocenza che avevo all’epoca e che fortunatamente o no, adesso non c’è più. Ho sorriso quando mi è capitato tra le mani questo disegno:
130720091754Non tanto per il disegno in sé, quanto perché anche da queste piccole cose si nota quanto la mente cambi nel tempo. Era il 1988, avevo appena tre anni e volevo fare il pastore. E’ il 2009 ho 23 anni e adesso voglio far la pecora. No scherzo. (tranne la parte sul pastore, si, era la mia aspirazione massima, tramutata poi grazie a mia madre in veterinario). Però per dire, all’epoca giustamente eravamo totalmente smaliziati. Oggi anche nella migliore delle ipotesi, dopo i primi trenta secondi passati a vagliare l’opera, la mente deve per forza attuare qualche strano collegamento che unisca la parola pecora ai novanta gradi. E da lì il passo è breve.

Mi hanno fatto estrema tenerezza poi le manine stampate sui fogli. Benché sia rimasto di dimensioni paragonabili a quelle di calimero, anche io nel tempo sono cresciuto. In serie 1988 – 1990 – 2009:


130720091749 Immagino la gioia provata ad infilare la mano in un piatto di vernice rossa. Cazzo, quando hai due anni è il massimo della trasgressione. Ma a proposito di trasgressione, voi ritagliavate i disegni con quei punteruoli con gli aghi lunghissimi? Alla faccia delle forbici con la punta arrotondata. Ricordo ore passate a bucare fogli lungo i contorni tracciati dalle maestre. E una volta cascasse il mondo, sono certo che un mio compagnetto lo infilò nella mano di un altro. Sono lampi di memoria che ogni tanto si accendono. Ricordo anche che, la prima volta su quelle giostre rotanti fatte apposta per i bimbi, metà classe vomitò l’anima. A pensarci bene ricordo un bel pò di cose inerenti gli anni dell’asilo…va beh…un giorno magari le scriverò. Volevo concludere questo post con un disegno che mi ha riempito di tristezza. Anzi, con delle parole che di per sé dovrebbero essere motivo di gioia…
130720091752Potrò mai anche io, il giorno della festa del Papà, ricevere da mio figlio un bigliettino uguale a questo? Potrò mai essere chiamato papà da una creatura che scorrazza libera per casa, potrò mai andare a prenderla a scuola, andare ai suoi colloqui con i maestri, firmare le note, potrò mai essere padre? Questo è ciò che mi son chiesto leggendo queste parole. Questo è ciò che mi sono accorto di desiderare intensamente nel mio futuro.

Gigi

7 commenti:

Davide 16 luglio 2009 alle ore 11:11  

Anche io ho cassetti pieni di questi ricordi. E poi usavo tantissimo il das, sai quella specie di argilla che modelli e poi secca. Ne usavo decine di panetti al mese :D
Venendo alla parte seria del post è un pensiero che spesso prende anche a me. A dire il vero non ho mai pensato fino in fondo che sia irrealizzabile. forse perchè non voglio pensarlo. O forse perchè spero che un giorno cambierà qls. Certo è che sarei un ottimo padre, almeno credo. Cmq la questione è che penso un passo alla volta. E il prossimo passo, gigantesco, sarebbe quello di vivere con Ben in una casa nostra, conle nostre cose, le nostre storie, la nostra vita. Il Papà verrà poi...

Davide 16 luglio 2009 alle ore 11:12  

Ah preciso,che se legge Benji si piglia un colpo, che cmq non sarà a breve:D facciamo un 2 o tre anni :P

Alessandro! 16 luglio 2009 alle ore 13:47  

Gigi e Davide condivido le vostre parole.. ma voglio metterci anche del mio...

I ricordi dell'asilo non so perchè sono nitidissimi come riguardassero che so le superiori. Ricordo volti odori giochi e sensazioni. Forse perchè era un periodo felice e di spensieratezza.

Per quanto riguarda il diventare padre, ti capisco, ci penso spesso e non ce la faccio a rimandare il pensiero indietro con un vedremo... io desidero veramente tanto diventare padre e farò tutto perchè il pregiudizio limiti la mia e soprattutto la felicità di mio figlio.

ciau Gi!

Gigi 16 luglio 2009 alle ore 23:06  

Mi fa felice vedere che comunque, nonostante l'età, non sono il solo a pensarci. E anche se ora lo faccio con un velo di tristezza son quasi convinto che questo non resterà un desiderio irrealizzabile. Per me come per voi.

Anonimo 16 luglio 2009 alle ore 23:28  

Gigi sei mitico!
Accosti la vena spirito-maliziosetta "pecora/novanta gradi" ad un profondo pensiero "il desiderio di paternità".
Sono troppi anni che io nn posso dire papy...ma quanto deve essere bello sentirsi chiamare così!
E come non essere in sintonia con quanto scritto da Davide ed Ale??
Speriamo non rimanga un sogno irrealizzabile come riscrivi.

Lolò 17 luglio 2009 alle ore 11:47  

La manina è un chiaro riferimento blogletterario :P

abelson 17 luglio 2009 alle ore 18:15  

anch'io un giorno vorrei diventare papà, vorrei vederlo crescere ed insegnargli tante cose.
è uno dei motivi per cui mi trasferirei all'estero.

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