venerdì 2 ottobre 2009

Paris, J’adore (Jour 3, ou la recherche de la toilette)

ATTENZIONE. All’interno del post ci sono contenuti un pò “macabri”.



3° Giorno Domenica – Bois de Boulogne (Jardin d’Acclimatation - Parc de Bagatelle - Jardin des Serres d'Auteil) - Roland Garros – Crociera sulla Senna.



La mattina inizia con la solita sveglia che suona ad un’ora decente e con una mano che la pigia per farla smettere di gracchiare. Un’altra ora per ritornare vivi e attivi e si va al supermercato a far la spesa. Acqua, baguette, affettato e un limone. Un limone? Eh si. Vi avevo parlato del mal di pancia del giorno precedente e non mi addentro nei particolari. Vi avverto già da ora che questo post sarà caratterizzato dalla parole cesso, bagno, mi scappa, bosco, che merda.

Le Bois de Boulogne è un bosco immenso situato nella periferia di Parigi. Come dice la nostra fantastica guida è quasi impossibile visitarlo tutto per cui scegliamo, come ci suggerisce, alcuni parchi situati al suo interno. Partiamo immediatamente con il Jardin d’Acclimatation dove decidiamo di far la sosta per il pranzo. Già dall’ingresso sembra immenso, facciamo pochi passi, entriamo in una galleria degli specchi che deformano le nostre immagini e troviamo una panchina libera di fronte a un’immensa voliera per uccelli. Decidiamo di mangiare lì.
200920091866 Per la maggior parte il parco è popolato da famigliole con i bimbi piccoli che urlano, corrono e indicano felici ogni tipo di volatile. Io e Andrea buttiamo un occhio sui papà. Alcuni vanno in giro a coppie, facendoci fantasticare sul fatto che siano veramente una famiglia, altri son dei fighi da paura. Su uno in particolare ci soffermiamo a fare un’attenta analisi che parte dal viso e finisce nel fondoschiena.


Conservo un pezzo di panino per dar da mangiare alle galline che son nelle gabbie e mi scopro un pò “uccellofobico”. Appena si avvicinano a beccare il pane, scosto la mano perché ho paura. Non mi accorgo che al terzo tentativo non riuscito mamme e bambini se la ridono e interviene Andrea provando a farlo lui. Vedo che tutto sommato se la cava bene, gli uccelli non beccano maledettamente e finalmente riesco a farlo anche io. Si susseguono poi le voliere dei pavoni, delle anatre, dei pappagalli. Finché non si arriva al recinto immenso al cui interno vi è un fantastico orso bruno che sguazza allegramente nell’acqua
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e andando ancora avanti un altro ampio spazio che contiene caprette e pecorelle.
200920091869 Mi sento in un piccolo angolo di Sardegna e allegramente (peggio di un bimbo) comincio a distribuire pane a destra e a manca per accarezzarle tutte. Attraversiamo un laghetto con delle paperelle e un fantastico cigno bianco e raggiungiamo il recinto delle mucche, quello degli asinelli e quello dei lama. Uno in particolare era proprio attaccato alla rete di protezione, mi aspettavo uno di quegli sputi madornali che fortunatamente alla fine non è arrivato. Dopo qualche oretta in cui penso d’aver dimostrato un’età media inferiore ai 10 anni (scavalcando addirittura insieme ai bimbi che non avranno avuto più di 5 anni le 20092009070 recinzioni per dar da mangiare ai cerbiatti) decidiamo di uscire. Troviamo un cartello nel quale scopriamo che lo stadio nel quale si disputa il famosissimo torneo di tennis “Roland Garros” è proprio alla fine del Bois de Boulogne e senza fare una piega decidiamo di farci un salto.

Il mio intestino da i primi segni di squilibrio ed inizio a guardarmi intorno alla spasmodica ricerca di un bagno. Passiamo di fianco al Parc de Bagatelle e arriviamo ad un immenso laghetto nel quale si può fare un giro affittando una piccola barca a remi. Notiamo dall’altra parte un bel luna park e ci convinciamo che lì sicuramente sarà presente un bel cesso pubblico. Dopo un quarto d’ora percorriamo i corridoi delle giostre e di un wc nemmeno l’ombra. Inizio a formulare ipotesi maldestre, del tipo entro nella casa dei fantasmi e cago sulla poltrona su rotaia ma ho bisogno di una certa tranquillità io. Abbandonate queste idee malsane decido che forse è il caso di addentrarmi nel bosco, d’altronde in certi punti la vegetazione è abbastanza fitta. Ironia della sorte però sbuchiamo in mezzo a un incrocio strapieno di macchine, e di boscaglia nemmeno l’ombra. Tagliamo per un altro parco pullulante di bimbi con le proprie mamme che si divertono in un’immensa area giochi. Mentre sto per morire di spasmi vedo una piccola capannina in lontananza e minacciando e inveendo contro il governo parigino che in un’area così vasta non piazza cessi pubblici, mi ci dirigo. Sulla porta leggo le lettere più belle che abbia mai visto “WC”. Andrea si ferma su una panchina a debita distanza e io correndo come se avessi appena visto le porte del paradiso mi ci fiondo dentro. E lì cominciano i primi problemi. Il water infatti è un pò troppo alto per il sottoscritto. Non capisco l’esigenza di posizionarlo su un gradino. Quanto cazzo sono alti i bimbi francesi? Va beh, stavo morendo, mi ci arrampico e non faccio in tempo a concentrarmi che un bambino si aggrappa alla maniglia e tenta di forzarla. Lo sento parlare in francese con la mamma “mamma non si apre, non si apre”. Al ché con le poche forze rimaste dico gentilmente “Occupé”. E sto stronzo che continua ad abbassare la maniglia. Ridico gentilmente “Occupè”. Con un accento francese invidiabile, nonostante la rozzezza di ciò che stavo facendo. Al terzo tentativo con una voglia di cagargli in testa che non immaginate urlo “OCCUPE’”. E secondo voi smette? No. Faccio tranquillamente le mie cose in preda ad istinti omicidi, mentre quello continua ad appendersi alla porta e io cerco di stare in bilico sul cesso. Appena giro la chiave la mamma mi sorride, ed entra. Ricambio il sorriso e istintivamente penso “Ridete adesso, STRONZI”. Furtivamente mi allontano e vedo Andrea piegato dalle risate. Scopro che praticamente la baldracca aveva chiamato il guardiano del parco per tentare di aprire la porta del cesso. Non si può nemmeno defecare in pace. La permanenza di mamma e figlio dentro la camera a gas dura si e no trenta secondi.



Sto post è venuto un pò più lungo del previsto, sempre per sottolineare il mio spirito fanciullesco mi sento felice quando si parla di pupù e mi lascio trasportare. Facciamo che divido il giorno 3 in due parti…presto la seconda :)


Gigi

9 commenti:

Davide 2 ottobre 2009 alle ore 22:58  

Sto ridendo da 5 minuti :D
Cmq si dice "pris" non occupé. O meglio Pris vuol proprio dire "impegnato". Cioè in quella situazione avresti dovuto dirlo ::D

Alessandro! 3 ottobre 2009 alle ore 14:36  

Ho avuto un'esperienza simile a Berlino.
Ed io sono iperschizzinoso... ma in certi casi di emergenza acuta non si bada a nulla! :D

Gigi 3 ottobre 2009 alle ore 19:04  

Allora ecco perché non mi capivano! Me lo devo ricordare per la prossima volta. PRIS :)

Ale io credo di avere la fobia da mancanza del bagno. Se vado in un posto in cui so che non c'è non sto tanto tranquillo, sembra tipo che a volte mi ci infili da solo in certe situazioni!

Ormai i cessi che ho inaugurato non li conto nemmeno più. Anche in piazza San Pietro!

Anonimo 3 ottobre 2009 alle ore 20:59  

ma..se nn sbajo..nn è "à la recherche da la toilette"? xD

Gigi 3 ottobre 2009 alle ore 22:44  

voglion dire due cose diverse Kost...

credo siano giusti sia uno che l'altro

Lord Vi 4 ottobre 2009 alle ore 16:14  

Io per fortuna non ho mai avuto questo problema in viaggio... però una volta ho chiamato mia madre per farmi venire a prendere da scuola in anticipo a causa di un problema intestinale:P :P :P

MirkoS 4 ottobre 2009 alle ore 19:24  

"uccellofobico"... eppure non l'avrei mai detto :P

Anonimo 5 ottobre 2009 alle ore 23:16  

Post di elevato spessore CULturale. Però quanto avrei pagato essere al posto di Andrea e vederti affannosamente alla ricerca del cesso XD
A proposito manca un dettaglio: ci stava la carta igienica o hai utilizzato metodi più spicci?? :D

Gigi 5 ottobre 2009 alle ore 23:18  

Manu Manu...quando sai che potresti avere tali inconvenienti vai in giro come se fossi un rappresentante della scottex!

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