mercoledì 17 marzo 2010

Coming out in High School

Recuperiamo l’immagine seria del blog, costruita con fatica da Mirketto e gravemente compromessa dal sottoscritto, affrontando un argomento che soprattutto in questo periodo mi tocca molto. (s’era capito ne?)
Parliamo di coming out, stavolta non in relazione ai genitori ma alla coppia in sé. Lo facciamo con un corto di 5 minuti (purtroppo in inglese non sottotitolato) nel quale vengono in breve affrontate le difficoltà di due ragazzi gay alle prese con l’omosessualità nel contesto della scuola. Il ragazzo biondo (oddio spero d’aver capito bene) ha bisogno di sentirsi se stesso, ha bisogno di non nascondere agli occhi degli altri l’amore che prova per il suo ragazzo. Il ragazzo moro è un pò restio. Ha paura di fare il grande passo ed elenca tutti i vari problemi che potrebbero derivare da una scelta così azzardata. Ma bando alle ciance, take a look.




Purtroppo il finale non è sempre questo. Allora, come comportarsi di fronte all’esigenza dell’altro di sentirsi in qualche modo più libero? E’ giusto “dichiararsi” in un certo senso per “accontentare” il partner? E’ giusto che chi ha già fatto questo passo aspetti tutto il tempo necessario affinché l’altro trovi il coraggio di farlo? E’ possibile portare avanti una relazione nella quale solo uno dei partner non ha timore del giudizio altrui?

Ditemi che ne pensate cari lettori, non siate timidi ;)


Gigi

13 commenti:

-IlDave- 17 marzo 2010 alle ore 18:24  

Credo che, come in tutto, alla base della scelta sta il rispetto reciproco. Se io ho più difficoltà è giusto che vengano rispettati i miei tempi e il mio partner si adegui. E' altresi vero che il partner deve "aiutarmi" a superare la cosa e io devo metterci del mio. Venirsi incontro è la cosa ideale. Poi ognuno ha le sue storie personali per cui le motivazioni che portano alle scelte sono milioni. Cmq credo che il venirsi incontro sia una strada percorribile per una soluzione.
Personalmente nel mio caso, cioè mio e di Ben, siamo entrambi abbastanza per il fregarcene. Evitiamo di andare in giro mano nella mano e limonare duro sulle panchine al parco come i teenager... però non ci facciamo problemi a chiamarci "amore" per strada, o a baciarci se non c'è la ressa in giro, abbracciarci in pubblico etc. Però è venuto piano piano, io inizialmente ero moolto timoroso. Lui ha aspettato e ora....siccome non riesco più a non urlare al mondo che sono follemente innamorato, non mi faccio più problemi.

lettore affezionato 17 marzo 2010 alle ore 20:22  

io son più o meno un anno che penso che prima o poi dovrò fare questo passo, prima coi miei familiari, poi magari con gli amici (anke se con loro non lo trovo indispensabile). Ora che ho iniziato una bella storia il bisogno si fa ancora più forte... Ankio ho tanta ma tanta paura solo al pensiero, non saprei nemmeno come iniziare il discorso, ho tanti dubbi sul fatto che mi potrebbero o no capire, su quale sarà la loro reazione ( anke perchè siamo una famiglia numerosa e quindi le reazioni saranno tante e diverse)..se questo primo e importante passo dovrà andare liscio, seppur gradualmente, allora anke col resto di parenti,amici e conoscenti credo che verrà da se.
Intanto accumulo coraggio perchè ce ne vorrà tanto, non essendo un cuor di leone :)
cmq,vi terrò aggiornati..
ciao, baci!

SkraM 17 marzo 2010 alle ore 20:30  

Il lieto fine di questo filmato non sempre accade.

Io parlo tranquillamente di me e Stefano con i miei genitori (anche di quando discutiamo) e con alcuni miei amici ma mi piacerebbe poterlo chiamare amore e tenerlo per mano anche quando cammianimo per strada. Lui invece non ne vuole sapere. Agli occhi del mondo e' etero e cosi vuole restare. Se da un lato posso capire il suo non voler stravolgere la realta ed equilibrio che si e' creato dall'altro mi chiedo quando saro libero di stare con lui in modo aperto... fortuna che vive da solo e posso cmq sia andare e venire "liberamente" da casa sua...

Simone86 17 marzo 2010 alle ore 20:49  

a prescindere dal fatto che questo corto sia orribile :D non so dire la mia al riguardo. io ho fatto coming out a 15 anni sia con amici che con i miei. certo non è stato facile ma volevo e dovevo. ho ragionato pensando che prima lo dicevo prima sarebbe passato tutto. mi levo il pensiero e se devo passare 2 anni d'inferno poi si sistemerà. E così è stato... :)

Gigi 17 marzo 2010 alle ore 21:30  

Sostanzialmente sono d'accordo con Davide. Venirsi incontro e trovare un accordo comune pare anche a me la strada giusta. D'altronde se si ama una persona non le si può imporre la propria volontà.

Lettore, mò siamo curiosi di sapere qualcosa in più di te :) Almeno l'età? :) Io per esempio i parenti non li comprendo nella cerchia delle persone che indispensabilmente devono sapere. Preferirei essere a mio agio con gli amici con cui esco spesso ma che ancora non sanno di me...I parenti boh, se han voglia magari glielo diranno i miei...

Marco, a te pesa questa situazione? Il fatto che agli occhi del mondo lui sia considerato eterosessuale? Al di là delle dimostrazioni d'affetto per strada. Ah e hai mai pensato di presentarlo ai tuoi genitori, o è già avvenuto?

Simò si è vero, non è il massimo :) Però all'inizio mi ha fatto ben sperare. E poi mi serviva qualcosa per introdurre l'argomento!!!

lettore affezionato 17 marzo 2010 alle ore 21:46  

eheh...ho 22anni! :)
cmq per me la famiglia è molto molto importante..è un punto di riferimento che non perderò mai..quindi loro saranno i primi a sapere di me..
per quanto riguarda gli amici, mi interessa che lo sappiano solo quelli veramente stretti, e sono pochi..tra questi uno lo sa già, ma xke è gay pure lui ;)
Il mio boy è, come ha detto SkraM, etero agli occhi del mondo e così vuole restare. Credo di non avere speranza in questo senso, anche se mi piacerebbe tanto poter vivere il tutto molto più liberamente e serenamente; ma nella vita tutto può succedere.. chi vivrà vedrà :)

SkraM 17 marzo 2010 alle ore 22:10  

@Gigi
Che agli occhi del mondo lui sia considerato eterosessuale non mi importa, alla fine cio che uno fa nel propio letto sono affari suoi; l'unica cosa che mi puo "pesare" e' per l'appunto il non poterlo abbracciare o fargli una carezza in pubblico.

Mio padre conosceva Stefano tramite le mie parole in seguito grazie al fatto che sono andato a vivere da solo ha avuto modo di conoscerlo direttamente perche e' capitato che passasse per portarmi qualcosa e di trovarlo con me. Mamma non lo conosce di persona ma solo tramite le mie parole.
Mi piacerebbe portarlo a mangiare dai miei ma lui si vergognia, o meglio si sente teso e imbarazzato e preferisce evitare.

Conosco i suoi genitori tramite le sue parole e solo una volta li ho incontrati di persona. Tornavamo da torre del lago e siamo passati da casa sua per riprendere le chiavi della casa di Milano; sotto insistenza di sua madre e suo padre mi ha fatto salire (io aspettavo appoggiato alla macchina) e abbiamo cenato insieme. Ovviamente sono stato presentato come l'amico con cui e' andato in vacanza e non me la sono certo presa anche perche non posso certo entrare nella loro vita tutto di un botto. Mi piacerebbe ripetere la cosa anche perche i suoi geitori sono molto gentili ma Stefano non vuole perche dice di sentorisi teso.

Anonimo 17 marzo 2010 alle ore 22:47  

Argomento che non mi riguarda PURTROPPO:-(
Quando, e se troverò l'amore, potrò esprimermi in merito.
Cmq ammiro chi ha il coraggio (non tutti siamo dei leoni, anzi penso che siamo più pecore.....) di poter gridare al mondo la sua felicità nel voler bene ad un uomo, nell'abbracciarlo, nel baciarlo in pubblico.
Capisco però pure il comportamento del ragazzo di Skram e del lettore affezionato: sarei uguale pure io (managgia a me ed alle mie ansie, ai miei timori, alle mie turbe psichiche....)

lettore affezionato 17 marzo 2010 alle ore 23:07  

manu, l'ansia e i timori ce li abbiamo non certo per colpa nostra..è il tipo di società coi suoi pregiudizi(e la sua ignoranza) che ci fa vivere una situazione dura e difficile, per cui preferiamo nasconderci e "subire" piuttosto che affrontare tutto e tutti con non si sa quali risultati..ahimè..

-IlDave- 17 marzo 2010 alle ore 23:10  

@ Manu: io credevo che non avrei mai fatto questi "passi". Pensavo che, dopo tutto, chi mi porto a letto fossero affari miei e agli altri non doveva interessare. Ma una volta che ti innamori, che capisci che con una persona vuoi costruire qualcosa di serio e dunque vuoi, decidendo deliberatamente, investire tempo, sacrifici e pure soldi in quella storia .... beh quando matura questa decisione automaticamente diventa quasi indispensabile non nascondersi. Poi ovviamente ognuno lo fa con i propri tempi,le proprie modalità, le proprie scelte. Aspetta la persona giusta e vedrai che sarà una reazione a catena :D

Gigi 17 marzo 2010 alle ore 23:20  

Ecco vedi Marco, io son del parere che nel momento in cui decido di presentare Andrea alla mia famiglia, lo voglio presentare come il mio ragazzo. Non ha senso introdurlo prima come amico, sarebbe in un certo senso come mentire...Non mi sentirei del tutto a posto: Diverso è se dovesse capitare per caso, come è successo a te con i genitori di Stefano...allora non è che ci si potrebbe far nulla...
Comunque preferirei almeno con i genitori evitare le presentazioni "da amico". Se desidero che lo conoscano voglio che lo facciano per quello che è...

Manu forza...sei ancora ccioffane. Appena arriverà il momento, perchè arriverà, vogliamo che prima di tutto lo presenti a noi :)

Da, la tua prima frase potrei averla scritto io. E' la giustificazione che preferisco. D'altronde, non sono affari miei? E tutto quello che segue è proprio ciò che mi spinge ora, ad essere un pò più insofferente, rispetto a nove mesi fa, a tale giustificazione.

-IlDave- 18 marzo 2010 alle ore 11:19  

Gigi :D ho visto solo ora che usi il ne come i veri piemontesi oramai :D Bravo bravo!

desaparecido 20 marzo 2010 alle ore 20:50  

io sono drammaticamente single e senza speranza che la situazione cambi, comunque sono d'accordo sul venirsi incontro, che poi credo è la regola generale che vale su ogni argomento che riguarda la vita in due.

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