Libero, Debenedetti, The New Yorker, le interviste inventate e la solita Italia.
Prima pagina del “The New Yorker”, appare un articoletto in home dal titolo “The Italian Job”. Come farci sempre e comunque riconoscere fuori dai confini. Ma di che parla nello specifico?
Fa riferimento a Tommaso Debenedetti, giornalista freelance, il quale ha inventato di sana pianta ben DUE interviste, una al mostro sacro Philip Roth, famosissimo scrittore Americano e l’altra a John Grisham, che noi tutti conosciamo e che per la rivista statunitense Publishers Weekly è stato addirittura lo scrittore più venduto negli anni 90.
Le interviste, smascherate dalla giornalista Paola Zanuttini di "Repubblica", sono state pubblicate in Italia tramite “Libero” (il cui direttore ricordo è Maurizio Belpietro) nello scorso mese di Febbraio. Nello specifico secondo Debenedetti, Philip Roth avrebbe utilizzato parole durissime nei confronti del presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Lo aveva definito “Antipatico, inconcludente e assopito nei meccanismi del potere”. Quando casualmente, la Zanuttini, durante un’intervista allo stesso Philip Roth ha chiesto spiegazioni, quest’ultimo non ha esitato a smentire tali dichiarazioni, aggiungendo le seguenti parole: “ Non ho mai detto nulla del genere’, è proprio il contrario di quello che penso. Credo che Obama sia fantastico”.
La vicenda si è conclusa con un Roth inviperito che giustamente ha deciso di ricorrere alle vie legali tramite il suo avvocato, non prima di aver auspicato la fine della carriera giornalistica di Tommaso Debenedetti. Cosa che poi non è avvenuta, ma si sa, viviamo in Italia.
Ma che c’entra tutto questo preambolo con la notizia apparsa in questi giorni sul “The New Yorker”?
A quanto pare ci risiamo, Debenetti ha “intervistato” altri grandi nomi del panorama internazionale per “Il Piccolo” di Trieste, venendo tristemente SPUTTANATO da una lista di persone interminabile.
Il premio Nobel Toni Morrison, scrittrice statunitense, ha negato di aver mai parlato con Debenedetti, questo l’articolo incriminato.
Stessa sorte per il narratore Edgar Lawrence Doctorow, che nega il linguaggio e le dichiarazioni attribuitegli da questo articolo.
Nega anche il massimo narratore tedesco Günter Grass, citato in questo articolo.
E così pure Nadine Gordimer, Jean Marie Gustave Le Clézio, Herta Müller (altro premio Nobel) Scott Turow.
Raggiunto telefonicamente il direttore de “Il Piccolo” di Trieste, Alessandro Mazzena Lona, si giustifica tracciando l’albero genealogico di Debenedetti, parlando di buona famiglia, di discendenza illustre per la quale non vi era nessun motivo di dubitare dell’operato di Debenedetti.
E non fa nessuna piega no? D’altronde in Italia se hai grandi nomi alle spalle, chi se ne sbatte se non sai fare un cazzo? Bossi docet.
Infine dopo mille peripezie la giornalista riesce a parlare con Debenedetti che ribadisce la veridicità delle interviste e denuncia le parole degli scrittori dicendo in breve che questi ultimi sono costretti a non ammettere di aver fatto le suddette dichiarazioni per evitare di perdere consensi e diventare impopolari.
Alla luce di tutto ciò, mi pare alquanto improbabile che TUTTE queste persone mentano, quindi non ci resta che ringraziare Debenedetti per l’ennesima figura di merda che ci ha regalato, vista e considerata la portata della notizia che giustamente sta facendo il giro del mondo.
Gigi
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