sabato 8 maggio 2010

Cagliari, monumenti aperti.

Oggi e domani, per il quattordicesimo anno consecutivo, la città di Cagliari apre gratuitamente al pubblico tutti i monumenti, le biblioteche, le chiese e i musei. Preso da una certa voglia di cultura, oggi mi sono recato al museo di biologia animale (che non sapevo nemmeno dove fosse, tanto che mi sono perso e ho dovuto chiedere ad Andrea di cercarmi la strada su Internet). Sinceramente me lo aspettavo più grande, ma merita tuttavia un’accurata visita. Posto alcuni scatti, la mia mano non è ferma come quella di Mirketto, artista indiscusso delle foto del blog.
Per ingrandirle è sufficiente cliccarci sopra.

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Questo qui sopra è un vero cervello umano sezionato. Sopra ancora, fauna tipicamente sarda, con mufloni, conigli e cinghiali.
Capitolo a parte merita un’esposizione di veri feti umani, dal primo mese al settimo se non ricordo male.
DSC00328 Il feto sulla destra, il più piccolo dovrebbe essere del secondo mese, con annessa placenta (purtroppo come un pirla ho mancato quello del primo mese). Il secondo credo sia del terzo mese, mentre il terzo del quinto. Mi è stato spiegato che l’ultimo sembra deforme perché ha subito interventi molto invasivi, infatti si può notare che ha la faccia spaccata a metà. Tutti i feti sono maschi. E nella foto qui sotto vediamo quello del settimo mese, praticamente un bambino quasi completamente formato.

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Le altre foto, riguardano principalmente alcuni rettili, aracnidi, e uccelli presenti nel territorio sardo.
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Dopo il museo ho deciso di andare a visitare l’orto botanico, ma mentre mi recavo lì, ho scoperto una galleria sotterranea nella quale si rifugiavano i cittadini cagliaritani durante la guerra per scampare ai bombardamenti aerei che hanno raso al suolo la città per il 95% della sua superficie. La galleria lunga 180 metri è scavata nel calcare, ma per evitare le infiltrazioni è stata ricoperta per buona parte con il cemento armato. Lo spazio disponibile per ogni persona era estremamente ridotto, tanto che spesso mancava l’aria e soprattutto i bambini morivano lì dentro. Al suono della sirena venivano spalancati i portoni di ingresso e tutta la popolazione si riversava al suo interno. Pensate a cosa poteva succedere ogni volta che centinaia di persone in preda al panico la prendevano d’assalto. Ecco le foto qui sotto:

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Domani proseguirò con le visite e posterò qualche altra foto.

Gigi

6 commenti:

Gianpaolo 8 maggio 2010 alle ore 23:47  

oooooohhh ma quanto mi piace Gigi in versione Piero&Alberto Angela!! *__*

PS: "...ho dovuto chiedere ad Andrea di cercarmi la strada..." XD XD XD ....ma possibile che mi devi far ridere pure quando metti su una rubrica culturale?

PPS: dì la verità ... ma mentre realizzavi una foto così NITIDA e PERFETTAMENTE VERTICALE come quella al cervello, eri stato distratto da qualche bel maschione in giro per il museo??

Maurizio87 9 maggio 2010 alle ore 00:26  

Oh sono argomenti davvero interessanti... mi hanno appassionato davvero molto e non vedo l'ora di leggere il seguito. A proposito di rifugi di guerra qualche anno fa ho visitato nella mia città il museo dedicato alla Seconda Guerra Mondiale. Tra le tante cose siamo pure entrati in quella che è una fedele ricostruzione di un rifugio antibombe dell'epoca con simulazione di attacco ovviamente annesso. Inutile dire che mi è mancata l'aria e ho provato un senso di angoscia che difficilimente ho provato altrove... ed era una simulazione, quindi figuriamoci se il tutto fosse stato reale.

-IlDave- 9 maggio 2010 alle ore 10:14  

MA che bene. Bravi. Sostenete la buona cultura Italiana (Facchinetti mode off).
Sono sempre contento quando qualcuno entra in un museo che è il luogo della memoria storica della nazione e quindi anche il luogo dove si progetta il futuro.

Gigi 9 maggio 2010 alle ore 12:25  

Uhauhauah Gianpy, secondo me non si potevano far foto quindi nella mia mente doveva essere uno scatto rubato. Però non so usare bene la macchina fotografica di mia sorella, quindi è partito il flash e ovviamente mi han visto tutti. Allora con un minimo di scrupolo ho chiesto "ma la potevo fare?" E mi han detto di si, così ho fatto le altre :)

Gianpaolo 9 maggio 2010 alle ore 13:21  

ahahahaha che splendida scena!! vabbè consolati... ti sta parlando uno che ha da 6 mesi una fotocamera mai utilizzata per il timore che lo sforzo cerebrale necessario per comprendere le istruzioni gli provochi un ictus :/

Anonimo 9 maggio 2010 alle ore 22:30  

Ma..i feti????? ò.o...Omg....Già ho il terrore dei bambini quando sono fuori dal pancione..pensa dentro..:S

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