venerdì 3 settembre 2010

Ricordi…

E’ mio solito conservare qualsiasi cosa. Che sia uno scontrino, che sia una pietra, che sia un biglietto del treno, che sia una lettera o semplicemente un post-it. Basta che mi ricordi un momento preciso, che quando mi ricapiti tra le mani mi rievochi emozioni particolari. Adoro quando devo rimettere ordine nei cassetti dei ricordi e trovo fogli di decenni fa. L’ultima volta l’altro ieri, quando ho dovuto rivoltare la mia camera per far spazio a tutte le nuove cose che hanno prepotentemente preso posto tra mensole e scaffali.
Ogni cosa ha una sua storia, alcune purtroppo non le ricordo più, ma altre sono impresse indelebilmente nella mia mente. Cose stupide a volte, come un fazzoletto di carta con la scritta “va te faire enculer” donatomi da una ragazza francese, in discoteca in quel di Barcellona. No, non mi era andato male l’approccio, anzi avevamo passato la sera a parlare e avevo rimediato un caffè da lei il giorno successivo, ma non mi piaceva, avevo semplicemente fatto una scommessa con degli amici.
Oppure centinaia di messaggi ricopiati su un quadernino, quando ancora ero talmente insicuro di me stesso che scrivere messaggi e rileggerli a rotazione bastava a farmi sentire un pò meglio.
O un elenco di numeri verdi che usavo con gli amici a scuola, durante l’ora di ricreazione per fare scherzi telefonici rigorosamente in vivavoce.


Ho trovato addirittura un disegno su un foglio che rappresentava alcune vie di Cagliari, fattomi da una ragazza sul treno la prima volta che sono andato da solo in città, per non perdermi.
Il pezzo forte è stata una matita spezzata. Questa:

030920102083
Non è una semplice matita come è facilmente intuibile. E’ uno dei primi ricordi materiali di Andrea.
Poiché nella prima casa, quella dove ho abitato cinque anni e lui è venuto a trovarmi, avrei creato un clima di sospetto se mi fossi chiuso dentro con lui, inserivo la matita in due anelle sulla porta che la tenevano bloccata evitando così il rumore della serratura che si apre e che si chiude.
Ovviamente il meccanismo passò totalmente inosservato anche a lui, tanto che aprendo la porta spezzò la matita in due parti.
In questi tre giorni sono saltate fuori entrambe le parti, una delle quali credevo persa, il problema è che l’hanno fatto in tempi diversi. Quindi ora sono alla ricerca del pezzo più piccolo che tenevo in mano giusto l’altro ieri. Ho il dubbio che non sia sopravvissuto a quest’ennesimo trasloco…

Cerchiamo cerchiamo…prima o poi salterà fuori…

Gigi

8 commenti:

Gianpaolo 3 settembre 2010 alle ore 16:21  

a Gì io devo studiààààà!!!! non puoi farmi scervellare per capire a che cavolo ti servisse la matita!!
mumble mumble (sto riflettendo)..... vabbè stanotte spero che in sogno mi arrivi un'illuminazione a riguardo :D

P.S. conservare qualunque cosa possa servire a ricordare un qualche evento nel futuro è un altro viziacco che ho anch'io :D

-IlDave- 3 settembre 2010 alle ore 17:50  

Io ho circa 2 scatole di lettere e scritti e biglietti e altro materiale cartaceo rigorosamente raccolto. Testimonianze di amicizie, di prime cotte, di amori e rancori. Di tutto insomma. Poi, per difetto professionale, catalogo i ricordi per crearmi una sorta di "museo personale della memoria" :D

Ah Gi nemmeno io ho capito sto meccanismo della matita....

Gigi 3 settembre 2010 alle ore 19:38  

Ma come nooo!
A sto punto se stessimo parlando faccia a faccia ve lo disegnerei...non son bravo a spiegare a parole dettagli tecnici...

Però in pratica immaginate una vite che però al posto della solita capocchia ha un anello ed è conficcata nello stipite della porta.
Poi immaginate la stessa cosa conficcata nella porta, in corrispondenza di quella che sta nello stipite. Quando la porta di chiude, le due anelle si avvicinano ed essendo parallele ci si può infilare una matita nel mezzo che tiene bloccata la porta...
Se si forza la porta o si spezza la matita, come nel mio caso, o salta una delle anelle-viti...

si è capito?

Gianpaolo 3 settembre 2010 alle ore 19:50  

aspè... forse ci sono arrivato.
Ho capito tutto il meccanismo, ma non sono sicuro di aver capito il risultato che volevi ottenere...
Allora: inserivi la matita per bloccare la porta anzichè chiuderla a chiave e in questa maniera ottenevi lo stesso risultato (cioè chiuderti in camera) senza fare alcun rumore.
Giusto??????

Gigi 3 settembre 2010 alle ore 20:23  

Esatto!

Perché in teoria non ci chiudevamo mai a chiave, se succedeva partivano per il corridoio le grida degli altri tipo "beeeeeh che ti chiudi a fare? Ti devi segare eh?? dillo su, dillo!"

quindi se mi fossi chiuso dentro con Andrea...

Gianpaolo 3 settembre 2010 alle ore 21:57  

...ma guarda che cosa ti devono costringere ad inventare 'sti amici maliziosi!! xDDDD

Anonimo 3 settembre 2010 alle ore 23:33  

Marò come siete bravini G, G1 e D!!!!
Io non tengo nulla del passato: anzi butto via tutto ciò che mi ricorda il tempo che fu.....
Sarà una forma di autodifesa in quanto vorrei tornare ad essere bambino ma rifare una vita decentemente migliore di quella trascorsa: bohhhhhhhh misteri della vita :-(
NON DICO COSA HO PENSATO ALL'UTILIZZO DELLA MATITA. Mi ero fermato alla frase "E’ uno dei primi ricordi materiali di Andrea" :-))))))

-IlDave- 4 settembre 2010 alle ore 02:17  

AAAAAAaaaaahhhhh ho capito :) é la parola anelle che mi fregava. si si ora ho capito il meccanismo. ingegnoso :D

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