giovedì 2 settembre 2010

Home alone.


Il 31 Agosto, con lo scadere del contratto, ho lasciato definitivamente la camera che avevo in quel di Cagliari.


Vuota e pulita, esattamente come l’avevo trovata. Ci son rimasto solo un anno, non ho proprio avuto il tempo materiale di affezionarmici, di sentirmi “a casa”, come nei precedenti cinque anni ma rappresentava comunque il mio angolo di libertà.


E’ difficile parlare di indipendenza quando sono ancora i tuoi che ti versano i soldi nella postepay e con i quali devi imparare a camparci tutto il mese, però ecco, è molto più frustrante non avere nemmeno più una vita semi-propria e rivederla incrociarsi dopo sei anni con quella dei propri genitori.
Probabilmente avrebbero dovuto spezzarmi le gambe qualche anno fa, magari avrei finito prima, magari no, magari non meritavo tutta la fiducia che hanno riposto in me, magari si, mi rendo conto solo ora, quanto anche un mese in più sia più pesante di una peperonata alle tre di notte.
E’ vero, fin da quando ero alle medie, dopo un’estate intera passata completamente da solo perché effettivamente non avevo amici, ho preferito dare importanza ai rapporti interpersonali piuttosto che alle questioni scolastiche. Dalla terza liceo, in virtù di questo, ho iniziato a marinare pesantemente la scuola con il mio migliore amico. Una volta non siamo entrati per cinque giorni di seguito, il sesto siamo stati obbligati, altrimenti avremmo dovuto munirci di certificato medico. Nel frattempo trascorrevamo le mattine giocando a mille giochi di società con altri ragazzi che come noi marinavano la scuola, oppure quando le giornate si facevano più calde, a giocare a pallone in un parco. Credo d’aver superato di gran lunga il mese di assenze per anno scolastico nel triennio finale, ma questo incredibilmente mi spingeva a studiare. Già, quando tornavo a casa mi sentivo in colpa e passavo la serata a leggere gli appunti che mi passavano i compagni.


All’esame finale ho preso un bel 94/100 e quello è stato indubbiamente il mio più grande successo “professionale”.
Non so cosa sia andato storto all’università. Forse il fatto che non sono mai stato abbastanza maturo da non saper far le cose se non sotto pressione. Non sono abile nel rispettare scadenze imposte da me. Su me stesso non ho autorità. In più a parte i primi due anni di Università, non è scattato in me il meccanismo cazzeggio-sensi di colpa, anzi per la verità se n’è attivato un altro “cazzeggio, i miei coinquilini cazzeggiano, è normale cazzeggiare insieme.
Ora che mi trovo a fare i conti con tanto tempo perso mi rendo conto che avrei avuto tutto il tempo sia di cazzeggiare che di studiare. Oggettivamente non c’è niente che giustifichi un anno senza nemmeno un esame, soprattutto con la consapevolezza dei sacrifici che i miei genitori hanno fatto per mantenere me e mia sorella all’Università.
Me ne son reso conto da quando Andrea è entrato nella mia vita e le ha dato uno scossone. Ho ripreso a studiare con costanza, sono rientrato in carreggiata, ma non ho recuperato il tempo perso.
Ora mi trovo a fare i conti con un rientro a casa che non avrei mai voluto, privato di quel minimo di indipendenza che ho avuto per sei anni, con la voglia di vedere Andrea almeno quanto son riuscito a vederlo in questi ultimi mesi (Quanto il ciclo mestruale di una donna, ma sempre meglio di niente), o meglio, di andare a vivere con lui, invischiato in situazioni familiari dalle quali finalmente mi ero liberato, solo, perché i miei amici “invernali” sono a Cagliari, qui ci sono solo quelli “delle vacanze” e con una nostalgia atroce della città.



Prossimo esame tra 18 giorni…


Speriamo di centrare l’obiettivo

Gigi

2 commenti:

Ivan 2 settembre 2010 alle ore 15:43  

Capisco quello che provi. Ora daci dentro, più presto finisci più presto riprendi il filo della tua vita.
Non è una cosa negativa ne una sconfitta anche se per ora lo sembra. E dura da mandare giù, ma tra qualche anno tutto quanto ti sembrerà una fase che forse era necessaria per la tua maturazione. Non rimpiangere nulla, ma guarda davanti ed i traguardi che ti aspettano, sia la laurea sia Andrea. E così dimostrerai ai tuoi che al fine hanno avuto ragione di credere in te, anche se con un po' di posticipo. E a te stesso, il che non è poco.

Anonimo 2 settembre 2010 alle ore 23:41  

Cazzo ....questo è il Gigi che io adoro e che se mi fosse accanto GLI APPIOPPEREI UN BACIO (scusami Andrea):-)
In questo post dimostri una profonda sensibilità nel riconoscere gli errori commessi e ciò ti saranno di aiuto nell'immediato e nel futuro. Quindi accetta la difficile convivenza con i tuoi "brontoloni" e datti da fare a superare sto ultimo esame che ti attende tra 18 gg.
Cazzeggia oggi, cazzeggia domani, il fio si paga il postdomani :(((((
E poi......fà l'ultimo sforzo: sopporta le rampogne del papà, i consigli di mammà, poi con Andrea puoi anche "trombà" :D

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