La prima volta in webcam (parte terza)
Quella sera, pur di non uscire con gli amici, inventai un malanno qualsiasi. Una malattia dell’ultim’ora. Non sto qui a specificarvi quale, vi basti sapere che è una di quelle che “ti sorprende”. Perché così doveva essere, se fino a poche ore prima sembravo Carlo De Benedetti alla lettura della sentenza sul caso Mediatrade. Aspettai con ansia di vederlo connesso, aspettavo il comparire della finestrella in basso a destra con la sua adorabile immagine di Jigglypuff come avatar. Nel frattempo installai e provai la cam. Era perfetta.
Arrivò. Dopo un’attesa interminabile. A pensarci ora lo accolsi come un cane festante accoglie il suo padrone al rientro a casa. Non un cane da caccia o un cane da compagnia, un cane zerbino. Cosa non si fa di fronte a due pettorali da sogno e un sorriso incantevole. Lo sapeva, lo stronzo, che mi aveva fatto schiattare. Che mi aveva messo fuori gioco, che mi aveva in pugno. A posteriori, l’unico che non lo sapeva ero io.
Iniziammo come sempre con le chiacchiere innocenti. Mi parlò dei suoi allenamenti, dell’amore che nutriva per la pallavolo, della fatica che aveva fatto per poter giocare titolare. Un amore che non lo abbandonava neanche smessi i panni di schiacciatore laterale, anche a casa sovente andava in giro con la divisa della sua squadra. Quella sera infatti aveva indosso i soliti pantaloncini blu scuro, sotto un bal paio di jeans aderenti, e addirittura due magliette, nonostante il caldo soffocante. Aveva avviato la sua trasmissione. Ero già rincoglionito dal suo sguardo e dal suo sorriso quando per la prima volta in vita mia accesi la webcam.
Il momento in cui carica l’immagine è il peggiore. Dura una decina di secondi, forse quindici, che paiono moltiplicati per venti. Guardi l’altra persona, cerchi di capire quando finalmente ti può vedere, hai paura che ciò che lo aspetta non sia di suo gradimento. Il dubbio ti logora, la tensione sale. Quando tieni particolarmente a qualcuno fa la sua comparsa anche un briciolo di tachicardia. Hai paura che ciò che dovrebbe rappresentare un nuovo inizio, si riveli in realtà l’inizio della fine.
Nove, Otto, Sette. Cazzo i capelli, sistema, veloce, tra un po’ parte. Sei, Cinque. Ma è meglio tenere la maglietta o toglierla? E se questa maglietta fa cagare? Quattro, Tre. Porco Giuda, ma appena mi accorgo che mi guarda devo salutare? Ma basta un cenno con la testa? Saluto con la mano? Due, Uno. E se non gli piaccio? E se chiude dopo due secondi, mi blocca e mi cancella?
ZERO
Sorrise. Capii che mi aveva visto. Quel sorriso che in quei giorni avevo imparato ad adorare. Quel sorriso che in quei primi imbarazzantissimi minuti mi scaldò il cuore. Era imbarazzato anche lui. “Pure tu non sei male” furono le sue prime parole dopo l’avvio della trasmissione. Sentivo il suo sguardo indagatore ovunque. Mi paralizzava. “E’ la webcam che ci mette una pezza”, fu la mia risposta. Una risposta che ho riciclato per tutti gli anni a venire. Sono certo che in una debita variante è la stessa che anni dopo si è sentito riproporre anche Andrea. Ma perché è vero, se la Tv ingrassa, la cam con le giuste luci, abbellisce.
Era la prima volta che qualcuno mi guardava mentre scrivevo su Messenger. Faceva un po’ strano. La cosa più bella fu lo scoprire che le emoticon che sorridevano non erano piazzate lì ad minchiam ma corrispondevano a risate reali. Si è più scemi quando si scrive con la webcam attiva. Il sorriso è contagioso. Un po’ come quando senti al telefono per la prima volta una persona con cui hai chattato per tanto tempo. I primi minuti sono una risata continua, forse perché ridendo, pian piano si scioglie la tensione.
Non era sparito. Era ancora lì. Mi scriveva, rideva, scherzava. Era tutto come prima. Forse gli piacevo. Fisicamente di sicuro, a giudicare da ciò che di lì a poco sarebbe successo…
Gigi
6 commenti:
e poi ??
ci fai aspettare fino a domani ? :-(
Questo racconto mi ha riportato alla mente un episodio di qualche tempo fa.
Con mio grande rammarico msn sta cadendo in disuso..un vero peccato perché io continuo ad adorarlo. In ogni caso a parte le funzioni base ed il live space non avevo mai sfruttato tutte le sue potenzialità.
Come dicevo, qualche tempo fa, avviai una chiamata con degli amici. STRANISSSIMO.
Mi faceva un certo effetto parlare davanti al pc e sentire le loro voci di rimando. Non facevo altro che gesticolare, come fossero davanti a me, facevo smorfie come se potessero vedermi..insomma...un cretino. Il culmine è stato raggiunto quando, al momento di salutarci, ho iniziato a fare ciao ciao con la manina. Lo so non c'entra quasi nulla con il post,,ma vabbè, mi era venuto in mente. Cmq sottoscrivo la parte relativa all'attesa di una risposta, al drammi circa aspetto vestito (anche nella vita reale) e via dicendo. Parole sagge!
AH! Io sono un fan della "giusta luce" con la cam e voglio dì certe mie foto lo dimostrano (vedi avatar del blogger) visto che aspetto quell'unico raggio di sole a quella data ora per scattarle! :D
Ah, che metafore/similitudini... !! (Quella del cane... rulez...) :D
Vi scrivevate mentre vi potevate vedere tramite cam... Quindi, non avevate magari anche il mic o le videochiamate non erano ancora possibili (non sono molto esperto di cam e simili, non ricordo... :))?
Mi pare strano che la cam abbellisca.
Allora madò io devo esser orrendo dal vivo :( So così brutto in cam :((((((((
Vabbè nn conta la bellezza, ma lo sostanza.
E di sostanza in questa "parte terza" ce ne sta veramente pochina... Mi sa che prima che ci dica della prima s**a vien ferragosto ed il blog è chiuso per ferie :D:D:D:D
@Marco
Ma come? Ahahah cioè come ti viene da agitare la manina ad uno che nemmeno vedi? :D
Des, domani un giorno di pausa, a Lunedì :) Una puntata piccantisssssima, così anche Manu è felice! Se ci censurano è colpa sua, che vuole il sangue!
Vince, all'epoca non so perché, msn dava due opzioni, o far partire la semplice cam, oppure la videochiamata. Ma avendo io problemi col microfono, anche in videochiamata non riuscivo a far sentire il mio audio...
Ahahah Marcolì, giusta luce e giusto profilo e si va di lusso!
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