sabato 20 agosto 2011

La prima volta (summer re-edition parte 3°)


Le verità del ghiaccio, ultimo libro di Dan Brown stampato qua in Italia, fu il regalo di quel famoso 23 Dicembre 2005. Verità scomode, pesanti, che non riuscivo più a tener dentro. Verità che con gli anni premevano, mi laceravano, mi facevano sentire bugiardo, mi impedivano di parlare sinceramente ai miei migliori amici. Avevo bisogno di raccontare ciò che stavo vivendo, di condividerlo con le persone a me più care, di ricevere raccomandazioni e consigli che mai avrei ascoltato. E così, all’una di notte, in un parcheggio deserto della mia città, vuotai il sacco. Ma non lo feci con l’intenzione di dire proprio tutto. C’erano ancora troppe cose che testardamente non ammettevo a me stesso, non ero certamente pronto a farlo con altri.

Così cercai la via più semplice per sottolineare che il mio “grado di omosessualità” era piuttosto basso.

“Ho conosciuto un ragazzo, ci sentiamo da più di un mese e abbiamo deciso di vederci”

Silenzio.

“Vorrei provare a combinare qualcosa, vorrei capire se potrebbe funzionare, ma niente di impegnativo, ci voglio solo trombare”

Silenzio.

“Nel senso che non sono sicuro che possa piacermi, magari mi fa schifo, magari mi piace, è giusto una curiosità a livello sessuale che voglio togliermi. Comunque non provo niente per lui”

Mi guardarono, io sorrisi imbarazzato. Non sapevano che dire. Dopo una serie di secondi interminabili iniziarono a parlare, insieme. Si fermarono e ripresero, ancora insieme.  Finché lui per primo riprese la parola

”Lo sapevo, lo immaginavo, te lo dicevo. Te lo dicevo che eri frocio” sorrise. “Ma sei sicuro di questa cosa? Ne sei convinto? Mah…sono perplesso. Magari è una cosa passeggera, forse non dovresti più sentirlo”

Rispose direttamente lei, rivolta a lui:

”Ma smettila, deve fare quello che si sente. Se lo vuole incontrare fa bene, se è indeciso è giusto che si tolga ogni dubbio”

Lui:

“Dove l’hai conosciuto? Come si chiama? Quanti anni ha?”

Io risposi, cercai di raccontare qualche aneddoto, qualche storia che ci riguardava.

Lui restò comunque perplesso. Era visibilmente preoccupato, non si era mai fidato delle persone conosciute sul web. Ipotizzò che per quanto ne potessi sapere io, sarebbe potuto essere pure un quarantenne ed avere inventato un’identità fittizia.
Si incazzò anche per le mie parole.

“Lo vuoi trombare? Vuoi trombare uno che non hai nemmeno mai visto? Ma ti rendi conto? Ma nemmeno gli animali”. 

Cercai di fare l’indifferente. Provai a ridimensionare le crepe di quella corazza di ghiaccio che fino ad allora mi aveva impedito di parlare. Preso da un’improvvisa paura, sottolineai il fatto che di lui, sentimentalmente parlando, non mi importava niente. Che per me si trattava di un gioco, una curiosità, un numero. “Ci vado a letto e dimentico, basta”, dicevo.
Più mi giustificavo più peggioravo la situazione tanto che mi feci riaccompagnare a casa. 
Poco dopo, lei mi scrisse un sms. Erano ancora insieme, cercò di tranquillizzarmi. Ammisi di aver fatto dei ragionamenti assurdi e dissi di provare qualcosa oltre il puro piacere fisico di fare sesso con un ragazzo. Li sommersi con le solite paranoie. Paura di non essere capito, paura di essere lasciato solo, paura di venire sputtanato. Paure infondate. Finché non mi convinsero ad andare a dormire scacciando tutti quei pensieri pessimi che mi avevano fatto rasentare la tachicardia. Avevo fatto il mio primo coming out. Una cosa normale per molti, una piccola conquista per me.

Tra parenti, cenoni, pranzi, panettoni e regali trascorsero quelle particolari vacanze Natalizie. Avevo già stabilito la data del rientro a Cagliari. 7 Gennaio 2006, il giorno dopo l’epifania. E proprio sulla via del ritorno arrivò un messaggio che mai mi sarei aspettato…

Gigi

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