venerdì 26 agosto 2011

La prima volta (summer re-edition parte 6°)

 
Tra il collo e la guancia. Perché non mi potevo aspettare altro da uno che per toccarti il pisello parte dal ginocchio. Forse sperava mi arrivasse fino a lì e si disperava ogni volta che salendo di qualche centimetro non lo trovava. 
Ma proprio sul più bello fece irruzione quel rompicoglioni del suo cane che si appese alla mia gamba, seguito da un rumore di passi che correvano su per le scale. Mi staccai bruscamente da quel caldo abbraccio e feci finta di cercare qualcosa nello zaino. Un pacco di fazzoletti saltò fuori provvidenzialmente mentre sua madre ci chiedeva se per cena avessimo preferito menù di pesce o menù di terra.
Avrei voluto rispondere “uccelli”, ma totalmente inebetito da quel secondo tentativo di contatto fisico non risposi. Fece lui al mio posto che disse l’unica cosa che non doveva dire. Pesce. Giocando maliziosamente col doppio senso che a quell’età ha ogni parola che esce di bocca. 
Odio il pesce, non sopporto l’odore, tollero a malapena la vista, schifo completamente i crostacei, i molluschi e qualsiasi cosa eccessivamente viscida.

Anelli di calamari fritti, polpi in umido, sardine al forno, insalata di mare, gamberoni, cozze e vongole servite in un piatto da portata gigante stracarico fino ai bordi. Non sapevo nemmeno da quale bestia iniziare, mentre tentavo di tenere a bada i conati che spingevano su per l’esofago. Il primo polpetto scivolo giù in gola come fosse una pastiglia. Non osai masticarlo. Immaginavo le piccole ventose che mi si attaccavano maledettamente al palato e gli occhi schizzare fuori dalle orbite mentre un molare gli comprimeva il cranio. Nel frattempo i gamberoni sogghignavano sul piatto, col loro occhio nero e quelle zampe luride che avevano solcato chissà quali fondali marini. Lo squartai con le mani cercando di imitare ciò che facevano gli altri, mentre staccavo col coltello pezzi abbastanza piccoli da poter essere ingoiati interi. Andò un po’ meglio con gli anelli di calamari fritti e con le cozze che, con tanti sorsi d’acqua, scendevano nello stomaco senza intoppi.

“E’ tutto buonissimo signor Stefano”, dissi tra un tentativo di rigurgito e l’altro. “non avevo mai mangiato del pesce così buono”. Falso come i provini di Amici. Non avevo mai mangiato pesce, punto.

“Chiamami pure Stefano, dammi del tu se no mi fai sentire vecchio”. Era un tipo affabile, mio suocero. Che se avesse saputo cosa sarebbe successo di lì a poco avrebbe trovato immediatamente modi alternativi di utilizzare i suoi set di coltelli da cuoco.

Dopo quell’estrema prova fisica uscimmo. Conobbi la maggior parte dei suoi amici, ai quali fui presentato come un cugino venuto da lontano. Solo uno fece fuoco su di me con una raffica di domande. Poco dopo venni a sapere che stavo per sbattermi il ragazzo che sognava da una vita.

A pensarci oggi mi chiedo quanto all’epoca fossi cretino. Catapultato in una città lontanissima dalla mia, con gente che non avevo mai visto in vita mia, mentre il ragazzo che “frequentavo” da pochi mesi

   mi faceva conoscere genitori, parenti, amici e perfino conoscenti. Perfino le bariste che gli servivano il caffè ogni mattina. 


Ma la conoscenza che più di tutte mi colpì, fu quella col suo pisello, quella stessa sera, mentre mi maledicevo per aver scordato come un pirla il pigiama a casa.

"Non ne hai bisogno” disse lui, mentre con uno spintone mi fece letteralmente volare sul matrimoniale. Nella stanza accanto, i suoi nonni, alle due di notte dormivano beati.

Gigi

8 commenti:

Pegasus 26 agosto 2011 alle ore 17:43  

Adoro! :D
...Falso come i provini di Amici ahahahahahah!!!

JC 26 agosto 2011 alle ore 19:13  

Per colpa di questo post non riuscirò più a gustarmi i frutti di mare senza immaginare ventose attaccate all'esofago e occhi schizzanti in bocca :(

Gigi 26 agosto 2011 alle ore 19:33  

Ahahah JC, potevo mettere un annuncio "non continuare con la lettura se vuoi ancora mangiare frutti di mare!".

27 agosto 2011 alle ore 11:18  

“Chiamami pure Stefano, dammi del tu se no mi fai sentire vecchio”. Era un tipo affabile, mio suocero.....................
azzz come percorrevi i tempi, già lo pensavi tuo futuro suocero? :D:D

Ora che so che non apprezzi i crostacei, ti porterò un baccalà essicato con l'obbligo di cambiargli l'acqua per le 72 ore necessarie per l'ammollo :D:D:D:D

Bert 27 agosto 2011 alle ore 13:01  

Io non sarei mai riuscito a mangiare qualcosa nato e cresciuto in acqua. È proprio vero che tira più un pelo di f... no, forse quel detto non è poi tanto veritiero.

Gigi 27 agosto 2011 alle ore 13:49  

E' colpa di mia madre che mi ha ficcato in testa il fatto che è maleducazione quando si è invitati a pranzo dire che qualcosa non piace.

Tra l'altro me l'avevano pure chiesto cosa preferivo ma non ho risposto :)

Mandorlamara 5 settembre 2011 alle ore 18:25  

Ma sono completamente rincoglionita io o manca la parte 4?

Mandorla

Gigi 5 settembre 2011 alle ore 20:50  

welà Mandorla! No no, c'era c'era, mi ero solo scordato di inserire i tag nel post :)

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