Bevi che ti passa…
Ieri giornatona all’insegna della vita sociale e della mondanità. Sono uscito di casa alle tre e mezza del pomeriggio e a parte una breve capatina per cambiarmi, vi ho fatto ritorno alle sette di questa mattina devastato peggio della Winehouse in quei giorni. (Dice, “quali?”. No, non parlavo di mestruazioni). Ripreso possesso delle mie facoltà mentali (non che siano tante eh) vi rendo partecipi dell’ultima fase della serata.
Discoteca, nessuno ha uno straccio di macchina, meglio non bisogna restar sobri e sogghignando piazzo un bel dito medio alle campagne contro l’alcool del ministro Sacconi. (E visto che ci sono, pure a lui). Finché in lontananza non vedo arrivare l’autobus già stracolmo di ragazzi indemoniati, reduci da una lezione di moda tenuta da Marco Carta in persona. Se non altro hanno avuto il buon gusto, che è mancato ahimè a lui, di evitare le giacche dorate effetto catarifrangente. Dopo cinque minuti di ressa riusciamo a salire, l’autista è indeciso se passare al mattatoio o marchiarci con la stella a sei punte.
Arriviamo al locale, un freddo boia. Si va a bere, e via il primo Gin Lemon della serata. Ma non basta, c’è ancora freddo e c’è tempo per un altro drink. Stavolta due Sex on the beach, per non fare nuovamente la fila. Si, mi son dimenticato di dire che l’ingresso costava dieci euro con consumazioni illimitate. Si scende in pista si balla una mezz’ora e dopo di nuovo al bancone. Tre, e dico tre, Sex on the Beach, fatti malissimo tra l’altro ma con dieci euro ormai non compri nemmeno un pacco di fazzoletti dagli ambulanti nei semafori. Si balla, Lady Gaga, Madonna, Timberlake, Sean Paul finché decido che è giunto il momento di andare in bagno. Già allagato ovviamente come capita in queste situazioni. Costruirei un cesso di venti metri quadri solo per buttarci dentro chi non centra quel cazzo di buco. Per essere rozzi e volgari, ma la vostra ragazza ha tra le gambe il traforo del Sempione? No dico, non vorrei ci fossero problemi di mira anche lì. Vista la fila interminabile per il bagno e la mia totale mancanza di voglia di tornarci scelgo di bere un pò meno. Niente Sex on the beach, passo al chupito. Due.
La festa è decollata, io inizio a veder solo una massa informe di persone, le luci mi bombardano, tutti sono amici di tutti, è la mia serata. Afferro due amiche e mi lancio sul cubo. Sexy come Moira Orfei in preda a crisi di epilessia, scendo dopo un’altra mezz’oretta (così a occhio, figuratevi se avevo idea di che ora era) e ritorno al bancone. Faccio la fila accanto a un figone dagli occhi azzurri, biondo, alto, un surfista di Orange County. Ora dividete per dieci tutti questi aggettivi, dicono che l’alcool modifichi le nostre percezioni. Dicono. Altri due chupito e arriva il momento revival, io sono in estasi. Corona, Eiffel65, Alexia, Gigi D’Agostino. All’improvviso spengono la musica, son le quattro tutti a casa. Recuperiamo i giubbotti e siamo fuori più o meno alle cinque.
Arriva l’autobus, ennesima ressa ma nessuno bestemmia, tutti stranamente cantano in coro felici. Ci viene la brillante idea di andare a fare colazione. Olè. Vi risparmio i dettagli post breakfast. Siete abbastanza adulti per poterli immaginare. Alle sei e qualcosa prendo l’autobus per il ritorno, stavolta da solo dato che i miei amici abitano tutti in zone diverse. Mi siedo e inizio a pensare a quanto mi sono divertito, a quant’è stata bella la serata, ai miei amici.
Tutto assume un contorno stupendo, quasi una favola, un sogno.
Mi sveglio di soprassalto e mi accorgo di trovarmi ben sei fermate dopo casa mia. Scendo, sorridendo da solo come un ebete in preda a visioni mistiche e barcollante mi dirigo verso casa. Cinque minuti prima di trovare la chiave, altri cinque prima di inserirla nella prima serratura, ancora altri cinque prima di inserirla nella seconda. Il più discretamente possibile (secondo me), come un demolitore idraulico (secondo i miei coinquilini) vado finalmente a dormire. La sveglia segna le sette.
Mi capita di ubriacarmi, solo tre o massimo quattro volte l’anno e il giorno dopo ripeto costantemente a vanvera “Mai più, mai più”. Mi son svegliato alle quattro e ho praticamente buttato una giornata. Per i lettori minorenni del blog (vedasi Kost) “Don’t try this at home”!
Vado a dormire sperando di svegliarmi domattina con più sangue e meno etanolo in circolo.
Buonanotte ragazzi
Gigi
3 commenti:
Ti amo! :D ahahahaha! :D
Gigi ma in tt questo...nn hai trombato? Buuuuuuuuuuuuuuu :D
Mmmh...ho un pessimo ricordo Alé di me, sei birre e una trombata...meglio di no :D
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