martedì 24 marzo 2009

Navigatore satellitare cercasi.

La mia espressione preferita sta diventando “colgo la palla al balzo”. Ed è quello che farò anche ora, parlando di me e del mio rapporto col senso dell’orientamento. Premetto che è una storia che alcuni hanno già sentito tipo sei o sette volte, che Mirkos ha anticipato qualche post fa e della quale vado assolutamente fiero. Perché dimostra metaforicamente come non ci si debba arrendere di fronte alle avversità

 

e

agli ostacoli che la vita ci pone davanti, in questo caso rappresentati da mura alte metri e metri.

Erano le dodici e qualche minuto di un insolitamente calda mattinata di Dicembre. Io e il mio amico Lemon avevamo deciso di vederci in Piazza San Pietro, a qualche centinaio di metri dal mio Bed&Breakfast. Prendo la cartina, studio il percorso e mi catapulto per strada. Il mio secondo giorno nella capitale. Ringraziavo Dio per non essere stato ancora piallato. Faccio dieci metri, ricontrollo la cartina e mi accorgo di non capire niente. Panico. Fermo una signora che inizialmente mi scansa, nemmeno fossi Olindo Romano, poi legge la disperazione nei miei occhi e mi indica la strada verso la residenza papale. Vai a destra, poi a sinistra, al semaforo dritto. Tempo sette minuti di orologio, dimentico tutto e chiedo a due giovani con un cane. Prosegui dritto, al semaforo svolta a destra. Non contento, al semaforo chiedo altre indicazioni, mi rassicurano, è la strada giusta. Apro per la terza volta quella maledetta cartina ma non riesco a rintracciare la via nella quale mi trovo. Quarta persona, quarto suggerimento. Proseguo. Testardo come pochi, faccio la scelta suicida di riaprire la cartina. Gli occhi mi si illuminano, un sorriso mi si dipinge sul volto. Non ci posso credere, la via nella quale mi trovo è riportata anche su quel maledetto aggeggio disorientante. Che fare? Fidarsi dell’ultimo ragazzo che mi ha indicato la strada o fare come al solito di testa mia? Grazie al contributo del mio amico Lolò vi mostro la foto della mia scelta:

 

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Ebbene si. Mi trovavo nel punto in cui sta scritto “INIZIO”. Ero praticamente arrivato nella maestosa piazza. Sarebbe bastato un rettilineo, ma no. A me non sembrava vero di aver letto il nome di quella via infame sulla cartina. Inizio così la mia circumnavigazione del vaticano. Io che maledicevo me stesso per la mia deficienza, Lemon che mi aspettava, le mura che mi schernivano. Poi in preda alla disperazione più totale cercavo una porta. Mi sentivo tipo Alice nel paese delle Meraviglie. Dicevo “ma come cazzo è possibile che si acceda al Vaticano solamente da una solo punto?”. Non state lì ad interrogarvi, dopo un’ora di salite e di discese, dopo aver costeggiato tutte le mura, rispondo io per voi.

E’ possibile. 

Gigi

7 commenti:

Anonimo 24 marzo 2009 alle ore 19:55  

Ma non può essere vero! :D

Gigi 24 marzo 2009 alle ore 19:59  

Ahahahah chiedi a Lemon se lo becchi! Lo so che non dovrei vantarmene...ma tant'è :D

MirkoS 24 marzo 2009 alle ore 20:47  

Chiedete tutto a Gigi fuorché farvi da guida, ve lo sconsiglio se non volete ritrovarvi all'altro capo del mondo :D

Anonimo 24 marzo 2009 alle ore 20:47  

:D Uahuahuah! Mitico Gigi

Anonimo 24 marzo 2009 alle ore 23:02  

Dai Gigi.....quando verrò a Roma, nonostante il parere contario di Mirkè, ti chiederò di farmi da cicerone.....però mi porterò una fune e, come Tarzan e Cita, troveremo un varco nelle mura!!

Anonimo 25 marzo 2009 alle ore 08:14  

Vabbe gigi ti sei visto il Vaticano da tt le angolazioni, cazzo vuoi di piu? :D

Mario 27 marzo 2009 alle ore 22:20  

ahahhahahAHAHAHAHHa! io ormai ero diventato una delle colonne del bernini a furia di rimanere fermo ad aspettare! gigi nonostante questo ti voglio bene lo stesso! smack

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