martedì 7 settembre 2010

Parlando di…Bisessualità


L’ho sempre considerato un argomento molto scottante, anche perché mi son trovato spesso a dover cambiare opinione in merito.
Quando avevo 16-17 anni non riuscivo nemmeno a pronunciare la parola gay. Non per qualsiasi cosa mi riguardasse, solo per insultare i compagni di classe. Continuavo a definirmi, prima con me stesso, e poi per la prima volta con una mia amica “Bisessuale ma con un’ altissima preferenza per la figa”. Insomma, il classico etero curioso, quelli che organizzano partite di poker con licantropi, minotauri, ippogrifi e fenici.
Crescendo ho iniziato a pormi interrogativi più seri e a fare i conti con le difficoltà dell’accettazione. Ho iniziato a conoscere i primi ragazzi, in chat, fornendo falsi nomi, false identità, false credenziali, false esperienze. Ricordo ancora con divertimento l’ingenuità dell’epoca, quando pensavo che solo dal nome chiunque potesse risalire al luogo in cui abitavo e contattare i miei genitori. Ricordo con ancor più piacere quelle chattate così' cariche di significato:
“Ciao”
“Ciao”
“Da dove? Anni? A o P?
Ma A o P cosa cazzo voleva dire? E a volte rispondevo A, a volte rispondevo P. Poi capii che P forse era qualcosa di troppo spinto, perché qualcuno aggiunse alla mia P la dolce frase “vorrei infilarti la mia asta nel culo”.
E quando mi chiedevano che cosa mi piaceva fare, rispondevo “Sesso Orale”, poiché mi piaceva parlare di sesso e sparare porcate a raffica in chat. Perché i pompini erano pompini e il sesso orale era più soft. Era parlare di ciò che mi sarebbe piaciuto fare ma non farlo.
Mi si illuminò la mente quando qualcuno di buon cuore scrisse per intero Attivo o Passivo e quando qualche altro, in risposta alla mia domanda, rispose con Versatile. Io per tutti restavo comunque Attivissimo, Levissimo, Purissimo. Un animale da monta che non aveva mai montato, un provocatore di erezioni virtuali, che a parte la sua non ne aveva mai vista una, un Bisessuale 50:50 con l’aiuto del pubblico e la chiamata a casa. Ma ovviamente questo nessuno lo sapeva.
Intanto nelle mie congetture mentali la percentuale di preferenza del pisello aumentava, così organizzai il primo vero incontro di sesso con un ragazzo, del quale ho già parlato taaaaaaaanto tempo fa e feci il primo serio coming out, specificando bene che per un 70% mi piaceva il pene e per un 30% la figa. Perché mi faceva star tranquillo avere un margine entro il quale poter rientrare qualora le cose non fossero andate bene. Margine che precipitò drasticamente una sera, dentro una panda bianca, mentre il mio ragazzo dell’epoca consegnava le pizze e io gli tastavo il pisello dal sedile del passeggero. (Ma quanto son difficili da perdere certe abitudini?). Tornato dalla mia tre giorni di ammmore mi sentivo un’altra persona. Non maturato, non cresciuto solo più maiale e sesso dipendente. Però nella mia testa si dimenava ancora un pensiero rivolto alla figa, non mi rassegnavo all’idea di non averla mai provata, sentivo che comunque mi mancava qualcosa, non potevo essere sicuro di ciò che mi piaceva senza esperienze in entrambe le direzioni.


In questo senso fu illuminante la prima volta con una ragazza…

Gigi

5 commenti:

Pegasus 7 settembre 2010 alle ore 17:19  

E mi lasci così?
Ti odio!
A parte gli scherzi, ti ho già detto come la penso a riguardo, ed io purtroppo non potrei finire il post come hai fatto tu, perchè di ragazze non me s'è mai cagata nessuna.....zoccole!

-IlDave- 7 settembre 2010 alle ore 18:17  

ahah :) Pegasus fantastico!
Fa molto etero dare della zoccola a una tipa perchè non te la da.

Cmq....provate pure se volete ma io ve posso di che è mooolto meglio il pisello. si si

Pegasus 7 settembre 2010 alle ore 19:59  

ahah =P beh tanto ho i maschietti che mi intrattengono quindi facessero quello che gli pare U_U

Anonimo 7 settembre 2010 alle ore 23:07  

Post di alto contenuto scientifico/tecnico/pratico pensato/ ideato/scritto nell'intervallo della pausa di studio :-)
Ho notato però una differenza enorme nel sistema di contatto tra i 20 ed i 30 e passa.....Noi usavamo i classici fogliettini (come i diari delle ragazzine 13enni di oggi): cuoricini, il TI AMO usato a gogò, etc etc.
LA prima volta con una ragazza: ahhhahhhhh fortissima la scena con la mamma sua che beatamente assisteva di nascosto (successivamnete nn molto beatamente hihihhhh)ed io (d'inverno, freddo, luce spenta e cucina a legna con porta aperta per scaldarsi)nella posizione classica che facevo l'amore pensando ad un ragazzo che avevo visto nel pomeriggio e mi era rimasto così impresso che me sembrava tutto Richard Gere in American Gigolò.
Quoto Pegasus........ora quanto dobbiamo attendere di sapere la prima volta tua.....Ho fatto caso che esiste una specie di passa parola (Ale&Lolò, Ale223 e tu Gigè) nel lasciare gli "aficionados" in braghe di tela :(((

Shion86 8 settembre 2010 alle ore 10:59  

"Insomma, il classico etero curioso, quelli che organizzano partite di poker con licantropi, minotauri, ippogrifi e fenici. " AHAHAHAH Nelle garzantine alla voce bisessuale: creatura mitologica, finchè non li vedi non ci credi!

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