sabato 7 maggio 2011

La vergogna omofoba della Curia di Palermo

Con questa locandina la Chiesa di S. Lucia di Palermo, su iniziativa del gruppo Ali d'Aquila, aveva organizzato una veglia in ricordo delle vittime dell'omofobia.

Appena però la Curia vescovile di Palermo ha saputo dell'iniziativa ha bloccato tutto e sul sito internet della parrocchia è comparso questo comunicato:

Il comunicato fa riferimento ad una "Lettera ai vescovi della Chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali" dell'1/10/1986. Chi scrisse questa lettera e cosa dice al punto 17? La risposta alla prima domanda è semplicissima, fu scritta da Joseph Ratzinger, sì avete capito bene l'attuale Papa. Ma leggiamo insieme il punto 17 di questa lettera, chi fosse interessato a leggere l'intera lettera può andare sul sito di alleanzacattolica.

17. Offrendo all’attenzione dei Vescovi tali chiarificazioni e orientamenti pastorali, questa Congregazione desidera aiutare i loro sforzi volti ad assicurare che l’insegnamento del Signore e della sua Chiesa su questo importante tema sia trasmesso a tutti i fedeli in modo integro.

Alla luce di quanto ora esposto, gli Ordinari del luogo sono invitati a valutare, nell’ambito della loro competenza, la necessità di particolari interventi. Inoltre, se ritenuto utile, si potrà ricorrere ad una ulteriore azione coordinata a livello delle conferenze episcopali nazionali.

In particolare i Vescovi si premureranno di sostenere con i mezzi a loro disposizione lo sviluppo di forme specializzate di cura pastorale per persone omosessuali. Ciò potrebbe includere la collaborazione delle scienze psicologiche, sociologiche e mediche, sempre mantenendosi in piena fedeltà alla dottrina della Chiesa.
[ndr Ovviamente la Chiesa è tutt'ora convinta che l'omosessualità sia una malattia nonostante l'Organizzazione Mondiale della Sanità l'abbia depennata dal 1990 dalle malattie mentali. Tant'è che l'ambasciatore della Santa Sede si oppose alla risoluzione ONU che mira a porre fine alle discriminazioni e alle violenze contro la comunità LGBT nonostante 85 Paesi l'avessero sottoscritta. La Santa Sede ha infatti attaccato, in quella occasione, pesantemente l'iniziativa che mira a riconoscere la dignità e l'uguaglianza di chi ama persone dello stesso sesso]

Soprattutto i Vescovi non mancheranno di sollecitare la collaborazione di tutti i teologi cattolici, i quali, insegnando ciò che la Chiesa insegna e approfondendo con le loro riflessioni il significato autentico della sessualità umana e del matrimonio cristiano nel piano divino, nonché delle virtù che esso comporta, potranno così offrire un valido aiuto in questo campo specifico dell’attività pastorale.

Particolare attenzione dovranno quindi avere i Vescovi nella scelta dei ministri incaricati di questo delicato compito, in modo che essi, per la loro fedeltà al Magistero e per il loro elevato grado di maturità spirituale e psicologica, possano essere di reale aiuto alle persone omosessuali, per il conseguimento del loro bene integrale. Tali ministri respingeranno le opinioni teologiche che sono contrarie all’insegnamento della Chiesa e che quindi non possono servire da direttive in campo pastorale.

Inoltre sarà conveniente promuovere appropriati programmi di catechesi, fondati sulla verità riguardante la sessualità umana, nella sua relazione con la vita della famiglia, così come è insegnata dalla Chiesa. Tali programmi forniscono infatti un ottimo contesto, all’interno del quale può essere trattata anche la questione dell’omosessualità.

Questa catechesi potrà aiutare anche quelle famiglie, in cui si trovano persone omosessuali, nell’affrontare un problema che le tocca così profondamente.
[ndr si passa ora dalla "malattia" al "problema"]

Dovrà essere ritirato ogni appoggio a qualunque organizzazione che cerchi di sovvertire l’insegnamento della Chiesa, che sia ambigua nei suoi confronti, o che lo trascuri completamente. Un tale appoggio, o anche l’apparenza di esso può dare origine a gravi fraintendimenti. Speciale attenzione dovrebbe essere rivolta alla pratica della programmazione di celebrazioni religiose e all’uso di edifici appartenenti alla Chiesa da parte di questi gruppi, compresa la possibilità di disporre delle scuole e degli istituti cattolici di studi superiori. A qualcuno tale permesso di far uso di una proprietà della Chiesa può sembrare solo un gesto di giustizia e di carità, ma in realtà esso è in contraddizione con gli scopi stessi per i quali queste istituzioni sono state fondate, e può essere fonte di malintesi e di scandalo.

Nel valutare eventuali progetti legislativi, si dovrà porre in primo piano l’impegno a difendere e promuovere la vita della famiglia.

Che dire? Diciamo che la posizione del Vaticano è più che legittima. Loro possono considerare l'omosessualità come una malattia, un problema per le famiglie e possono decidere se concedere i "loro" luoghi per questo tipo di manifestazioni, ma se sono "appartenenti alla Chiesa" iniziassero a pagare anche le tasse. Per il resto ogni commento è inutile su questa chiusura totale del Vaticano.

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5 commenti:

Bert 7 maggio 2011 alle ore 19:55  

in difesa di Ratzi dico che la lettera è del 1986 e che l'OMS non considera l'omosessualità una malattia dal 1990, quindi o non ho capito niente (molto probabile) o forse quella gliela possiamo far passare.

PS: ma quanto sono papa boy da 1 a 10?

MirkoS 7 maggio 2011 alle ore 21:22  

Obiezione accolta, ma ciò può solo rappresentare un'attenuante per Ratzi visto che quella lettera è ancora in vigore, non è stata modificata, ma addirittura viene richiamata per impedire a un parroco una veglia nella propria chiesa.

Comunque ti informo che in un'ultima disposizione papale è stato vietato a tutti i papaboys di giocare a Street Fighter in quanto ritenuto gioco violento. I papaboys sono avvisati U.U

Bert 7 maggio 2011 alle ore 23:34  

Sì, infatti mi riferivo a quell'espressione utilizzata in quel momento, non al fatto che non sia cambiato nulla da 25 anni a questa parte.

PS: è vero, ma mi ha detto Ratzi che sta lavorando su un'enciclica intitolata "de street fighter ludendum" nella quale si dichiara che, sempre in una scala da 1 a 10, io sono un papaboy da 1,5, quindi sono esonerato dal rispettare tale divieto.

Anonimo 8 maggio 2011 alle ore 20:01  
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo 8 maggio 2011 alle ore 20:03  

Meglio soprassedere a questo post altrimenti uscirebbero troppe imprecazioni.
Si è appena conclusa la visita di Ratzi in Friuli (un'ora e mezza ad Aquileia, e far tanto casino .......) ed in Veneto.
I soldi chiesti per pagare questa visita non potevano essere devoluti ai poveri???

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