martedì 19 luglio 2011

La prima volta in webcam (parte quinta)


Fu lui a fare il passo successivo. Muoveva su e giù le mani all’interno del boxer che ormai era diventato un indumento troppo ingombrante. Non lasciava liberi i suoi movimenti e impediva ai miei occhi di vederne il contenuto. Lo abbassò all’improvviso, quasi a tradimento. Mancava giusto la solita frase “mani in alto, questa è una rapina”. E’ superfluo aggiungere che preventivamente io qualcosa l’avevo già alzata.

Sudavamo, entrambi. L’atmosfera era rovente. Potevo finalmente ammirare ciò che per interminabili settimane avevo solo fortemente immaginato.
Fu come completare un puzzle da 3000 tessere. Quando finalmente inserisci l’ultima, dopo ore di duro lavoro, è estasi pura. E ancora più soddisfacente è vedere combaciare perfettamente i quattro lati del pezzo all’interno del disegno. Linee che prima risultavano spezzate, si ritrovavano libere di correre spedite sulla superficie del quadro, volti scomposti ritrovavano l’armonia, ciò che prima era caos lasciava posto all’ordine perfetto delle cose.

Vederlo lì, completamente nudo, era la tessera che mancava al nostro “rapporto”. Niente più limitazioni, virtualmente parlando.
Quando ti spogli per la prima volta per qualcuno, deve essere qualcuno di importante. Qualcuno che sia in grado di farti superare l’imbarazzo iniziale, che trasformi il freddo obbiettivo di una webcam in uno sguardo carico di desiderio. E lui in quel momento desiderava vedere di più.



Lo seguii a ruota. Entrambi eravamo nudi di fronte allo schermo del pc. Entrambi sembravamo gradire le immagini che milioni di pixel avevano composto davanti a noi. Entrambe le nostre mani impugnavano con vigore i nostri membri. Le braccia davano energiche spinte, ora verso l’alto, ora verso il basso. I muscoli del corpo si tendevano e si rilassavano. Il respiro si faceva sempre più forte.
Abbassò la cam e si sedette. Feci lo stesso. La mano sinistra toccava ovunque. Dio solo sa quanto avrei voluto averlo con me in quel momento, senza barriere virtuali, senza la presenza quasi fastidiosa del computer.

Allargò le gambe. Aveva calato l’asso di bastoni. Quello che nel tressette a perdere ti infila 11 punti. La partita entrava finalmente nel vivo. I movimenti della mano diventavano sempre più veloci. Il suo viso tradiva un piacere sempre più imminente. La testa leggermente piegata indietro. Lo guardavo, lo ammiravo, cercavo di ricordarmi ogni dettaglio di quel momento. Avevo paura che una tale scarica adrenalinica non si sarebbe mai più ripresentata. Nel mio cervello non c’era più spazio per l’immaginazione, quella era realtà. Realtà virtuale, ma comunque realtà. Un ragazzo completamente nudo e in tiro stava per esplodere di gioia proprio di fronte a me. Puntò i piedi per terra e incurvò completamente la schiena, come un arco che si tende poco prima dello scoccare della freccia.

Uno primo schizzo potente si infranse sui suoi addominali perfetti, come onde del mare sugli scogli, seguito da una serie di getti che pian piano persero d’intensità. Spasmi di piacere percorsero tutto il suo corpo, mentre anche le ultime gocce si univano in uno strano gioco scintillante a quelle di sudore che imperlavano tutto il suo corpo scolpito dagli allenamenti. Rimase seduto per un paio di minuti, mentre si ridestava dallo tsunami di piacere che pareva averlo travolto. Io stavo ancora in alto mare e alla fine quella sera, per me, si concluse con un nulla di fatto. Come un’aspirante Miss Italia qualsiasi, eliminata dal pubblico sovrano, mestamente troncai i mie sogni e deposi il mio scettro dentro i boxer. Il tressette l’aveva vinto lui, il suo asso mi aveva preso a sberle. Purtroppo solo in senso figurato.

Troppi pensieri, poca naturalezza, troppo imbarazzo per sentirmi pienamente a mio agio, poca esperienza.

Esperienza, ecco. Come avevo fatto a non accorgermi che lui ne aveva insolitamente troppa? Perché, come un pirla, gli avevo fatto condurre completamente i giochi, fino a ritrovarmi nudo di fronte a una webcam per ciò che forse per lui significava semplicemente una sega, mentre per me rappresentava l’inizio di qualcosa di più?

Esperienza che anche io riuscì ad avere, con lui, per tutte le settimane successive, fino alla prima di Settembre quando…

Gigi

6 commenti:

Still. 19 luglio 2011 alle ore 21:37  

Non vedo l'ora di leggere la sesta parte :D

Anonimo 19 luglio 2011 alle ore 22:20  

Che delusione.......
Gigi non viene :D:D:D:D:D:D:D:D
Mr. PoPorn sarà d'ora in poi il tuo nick ai miei occhi :)

Gigi 19 luglio 2011 alle ore 23:45  

Ahah Manu, Gigi è uno sborone, ma poi quando arrivano i fatti... :)

Vince Symo 20 luglio 2011 alle ore 17:03  

"Fu come completare un puzzle da 3000 tessere. Quando finalmente inserisci l’ultima, dopo ore di duro lavoro, è estasi pura. E ancora più soddisfacente è vedere combaciare perfettamente i quattro lati del pezzo all’interno del disegno. Linee che prima risultavano spezzate, si ritrovavano libere di correre spedite sulla superficie del quadro, volti scomposti ritrovavano l’armonia, ciò che prima era caos lasciava posto all’ordine perfetto delle cose."

Ci avevo visto bene... Poeta! :)

Gigi 20 luglio 2011 alle ore 18:11  

Grazie Vince :) un ragazzo da sposare!

Vince Symo 21 luglio 2011 alle ore 17:15  

... Eheheh... Sì, sì... proprio da sposare... :P Ho solo espresso ciò che penso (e che leggo) veramente... Troppo buono! ;)
Dài, però, ora non vorrei essere magari motivo di gelosia tra te e Andrea... eheheh... ;P

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